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Dimmi che vacanza fai e ti dirò chi sei: perché le ferie raccontano qualcosa di noi

Le vacanze ci dicono qualcosa di noi, del nostro carattere, del momento della vita che stiamo vivendo. Da come le organizziamo possiamo capire se siamo in cerca di un cambio di vita e se abbiamo bisogno di tranquillità. Con la psicologa e psicoterapeuta Patrizia Mattioli scopriamo quali sono le caratteristiche di ogni tipo di vacanziero.
Intervista a Dott.ssa Patrizia Mattioli
Psicologa, psicoterapeuta, membro della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva
A cura di Francesca Parlato
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C'è chi va da anni sempre nello stesso posto di villeggiatura e a cambiare non ci pensa proprio e chi invece ogni anno ama scoprire posti nuovi, avventurandosi verso mete sempre diverse. Chi prenota le vacanze con sei mesi d'anticipo e chi ha fatto del concetto del last minute una filosofia di vita. Quest'anno c'è anche chi preferisce rimanere a casa, nel suo rifugio sicuro, lontano dalle località di villeggiatura prese d'assalto nei giorni di ferragosto. "Le vacanze ci raccontano sempre un po' di noi, sia di come siamo, del nostro carattere e della nostra personalità, ma ci dicono molto anche a proposito del momento di vita che stiamo attraversando" ha spiegato a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Patrizia Mattioli.

Chi non cambia mai

"Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare" cantava Mina nel 1963. Ci sono persone che vanno in vacanza sin da bambini nello stesso posto. Amano ritrovare le stesse facce e le stesse abitudini, non cercano cambiamenti, preferiscono non sperimentare e vivere sempre le stesse situazioni e le stesse dinamiche. "Sono persone che amano la stabilità, magari durante l'anno non hanno questo tipo di vita routinaria e per questo amano crearla o ritrovarla in vacanza". Frequentare sempre lo stesso posto vuol dire cercare continuità, un filo conduttore nella propria vita. "Può essere anche indice di un momento di staticità, di una fase un po' piatta della propria esistenza, in cui si preferisce essere prevedibili". E se a un certo punto della propria vita al posto del solito tran tran vacanziero si sceglie di partire per altre mete vuol dire che forse si è in cerca di una scossa. "Se una persona che ha sempre fatto le stesse vacanze decide di rompere la propria routine quasi sicuramente è in corso un cambiamento interno, a livello emotivo o psicologico".

Chi ha sempre voglia di cambiare

E per continuare con le citazioni musicali, potremmo dire che la canzone più adatta a chi invece desidera cambiare sempre è il classico di Battisti "Sì, viaggiare". "Chi ha una vita abitudinaria durante le vacanze preferisce sperimentare, cercare nuovi stimoli e avventure". Si tratta di un modo utile non soltanto per ricaricare le proprie batterie ma anche per cominciare a guardare la propria vita da un diverso punto di vista. "Le vacanze sono un momento di riflessione, di oggettivizzazione di quello che viviamo durante la quotidianità – spiega la psicologa – Per questo stravolgere completamente la propria routine può essere utile per guardare le cose da altri punti di osservazione". Quando si torna dalle vacanze spesso ci si arma di buoni propositi. "A volte si vuole cambiare partner, lavoro o anche stile di vita, e questo accade perché durante la vacanza si entra in contatto con i propri stati interni, si dà più consistenza ai propri bisogni e si riesce a pianificare più facilmente un cambiamento". Cosa che è più difficile per chi invece riproduce sempre le stesse dinamiche. "Se giri sempre sulla stessa ruota hai più difficoltà a guardare la tua vita dal di fuori e progettare un cambiamento".

Chi prenota in anticipo e chi parte all'avventura

Per molte persone il motto della vita è pianificare. Hanno tutto sotto controllo, non amano gli imprevisti, prenotano cene, mettono in agenda anche un caffè con un amico e ovviamente si comportano allo stesso modo anche in vacanza. "Chi ama avere il totale controllo della situazione durante l'anno, difficilmente cambia in estate". E allora prenotano alberghi e voli con mesi d'anticipo, comprano guide dove sottolineano i luoghi da visitare e prima di partire hanno già ben chiaro tutto quello che faranno giorno per giorno. "Si tratta però di un'arma a doppio taglio – spiega Mattioli – Riproponendo le stesse modalità della vita quotidiana non è detto che ci si rilassi perché a volte è proprio l'imprevisto che ricarica, che restituisce nuova linfa e nuove energie proprio perché consente di sperimentare e provare emozioni nuove". Si trova totalmente all'opposto chi invece parte all'avventura, magari armato soltanto di biglietto aereo e senza neanche una camera d'albergo prenotata. "Come sempre ci vuole la giusta misura. Un equilibrio tra entrambe le posizioni. Chi si butta, chi ama il rischio può anche trovarsi di fronte a situazioni spiacevoli che possono aumentare il livello di stress. L'imprevisto va bene ma che sia in un range di tolleranza accettabile". Un mix tra "Born to be wild" degli Steppenwolf e "Buon viaggio" di Cesare Cremonini.

Chi preferisce restare in casa

Non tutti quest'anno hanno voglia di lasciare le proprie case che per questi ultimi due anni sono state un rifugio sicuro, una protezione dalla pandemia (molti sono stati colpiti proprio dalla sindrome della capanna). "Molte scelte sono state condizionate dal Covid. Dopo uno spavento forte ci vuole del tempo per tranquillizzarsi e rimettersi in movimento. Non tutti abbiamo gli stessi tempi. Ci sta chi si comporta in maniera compulsiva e dopo questo stop non vuole fare altro che uscire, viaggiare e divertirsi e chi invece proprio non ci riesce. Bisogna rispettare le proprie attitudini, non dobbiamo avere fretta o pretendere troppo da noi stessi". In fondo Bruno Martino non cantava "Odio l'estate…".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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