Dieta mimadigiuno come un farmaco contro il cancro al seno: la sfida dell’Istituto Tumori di Milano
La dieta come un farmaco. L'ambizioso obiettivo dello studio BREAKFAST dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano consiste proprio nell'utilizzare per il trattamento delle pazienti donne, affette da un tumore al seno triplo negativo senza metastasi, la dieta mima-digiuno come una vera terapia da affiancare al trattamento chirurgico e alla chemioterapia. La ricerca coinvolge donne che vanno dai 18 ai 75 anni e che sono colpite da quella che è una delle più aggressive forme di tumore al seno e per le quali l'unica strategia di cura è l'intervento chirurgico. L'obiettivo della sperimentazione è incrementare le risposte patologiche complete dal 45% (il dato storico che riguarda i trattamenti chemioterapici) al 65%. E non si tratta di un'aspettativa ottimistica: i riscontri che si stanno già registrando da altri studi simili in corso per patologie diverse fanno ben sperare. "Seguire una restrizione calorica importante, simile a quella studiata da Valter Longo per la dieta mima digiuno, poteva essere difficile per le pazienti – ha spiegato a Fanapage.it il professor Filippo de Braud, ordinario presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore del dipartimento di oncoematologia e della divisione di oncologia medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Ma è stata invece molto ben tollerata. E in più si è visto che c'erano dei significativi cambiamenti sia della glicemia che dell'insulina che ci fanno pensare a un effetto metabolico importante che si mantiene durante la dieta per poi andarsi a normalizzare. Un impatto simile a quello di un farmaco".
La dieta come terapia
La dieta messa a punto dall'Istituto Nazionale Tumori di Milano si svolge parallelamente alla chemioterapia. Viene ripetuta ogni 21 giorni per otto cicli, si inizia due giorni prima della chemioterapia e termina il giorno successivo. L'apporto calorico è pari a 1800Kcal suddivise in cinque giorni: "Il primo giorno c'è un apporto calorico leggermente più alto per dare il tempo all'organismo di abituarsi, gli altri giorni invece prevedono tutti un apporto di 300 kcal". Gli alimenti previsti dalla dieta, ispirata al modello mediterraneo, sono essenzialmente vegetali, come insalata, zucchine e verdure a foglia verde, olio extra vergine d'oliva e frutta secca. Esclusi invece alimenti come carote, zucca, patate, perché hanno un contenuto significativo di carboidrati e sono completamente bandite anche le proteine di ogni genere: carne, pesce, formaggi e legumi. "Non è stata data alle pazienti una dieta, anzi un regime restrittivo standard, uguale per tutte. Sulla base degli alimenti concessi e dei limiti di calorie, l'abbinamento era libero. L'importante era ottenere la restrizione calorica. Non escludiamo in futuro, se gli studi confermeranno la sua efficacia, di poter immaginare la creazione di barrette per standardizzare l'approccio: un modo utile al paziente e al medico per tenere sotto controllo l'alimentazione di quei 5 giorni". Per alcune pazienti è prevista, oltre la dieta, la somministrazione di un farmaco antidiabetico, la metformina, la cui attività antitumorale nota da tempo è stata confermata anche da uno studio dei laboratori dell'IFOM e dello IEO, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Cell, e dal quale si evince che la combinazione di questo farmaco con una dieta ipoglicemizzante, possa potenziare la sua attività antitumorale, attraverso un'azione diretta sulle cellule responsabili del cancro.