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Dalla vitiligine alla sindrome di Down: le bambole inclusive sono molto più che giocattoli

Sono lontani (per fortuna) i tempi in cui le bambole veicolavano stereotipi di bellezza: perfino la più bionda delle bionde, Barbie, ha dovuto cambiare passo. Ecco arrivare allora bambole disabili e bambolotti con la sindrome di Down: un modo per insegnare ai bambini che la diversità è una fonte di ricchezza.
A cura di Beatrice Manca
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una bambola dell'azienda Miniland
una bambola dell'azienda Miniland

I giocattoli non sono solo un passatempo per i più piccoli: sono anche il modo in cui i bambini cominciano a relazionarsi con gli altri e a fare esperienza del mondo. Negli ultimi anni infatti si è parlato sempre di più di giocattoli inclusivi, in grado di rappresentare la diversità del mondo. I bambini non sono tutti biondi, bianchi e con enormi occhi azzurri: allora perché le bambole per decenni sono state sempre così? Molte aziende allora hanno cominciato a proporre bambole di colore o con disabilità, con la vitiligine o genderfluid, né maschio né femmina. L'ultima novità arriva dalla Spagna: una gamma di bambolotti con la sindrome di Down prodotti a Onil, città che vanta una lunga tradizione di giocattoli inclusivi.

Le bambole con la sindrome di Down

Onil, vicino Valencia, ha una lunga tradizione artigianale nel campo delle bambole: conta 7500 abitanti e 38 giocattolai e può vantare di aver vinto il premio per il "giocattolo dell'anno". L'idea delle bambole con la sindrome di Down è venuta all'azienda Miniland. "Avevamo paura all'inizio – ha detto la direttrice del marketing Victoria Orruño al "Guardian" – Ma la reazione del pubblico è stata incredibilmente positiva, ci ha stupito". L'azienda propone due bambole femmine e due bambolotti maschi, con diversi colori di pelle. Ovviamente non sono pensate solo per i bambini con la sindrome di Down (che finalmente vedranno un giocattolo che somiglia loro) ma per tutti: “Giocare con le bambole è un'esperienza molto formativa da piccoli: i bambini possono vedere realtà diverse e normalizzarle", conclude Orruño.

Un modello proposto dall'azienda Miniland
Un modello proposto dall'azienda Miniland

Dalla vitiligine alla disabilità: tutti i giocattoli inclusivi

Sono lontani (per fortuna) i tempi in cui le bambole veicolavano standard irrealizzabili di bellezza: perfino la più bionda delle bionde, Barbie, ha dovuto cambiare passo. Gambe lunghissime, vitino da vespa, chioma splendente e proporzioni del tutto irrealistiche: la bambola Mettel è finita sul banco degli imputati per generare ansia e frustrazione nelle bambine con il suo corpo perfetto, ma finto. Così ha deciso di dare una svolta disegnando bambole che finalmente somigliano alle donne vere: dopo aver "corretto" le proporzioni dei corpi, nel 2019 ha lanciato una bambola in sedia a rotelle e un'altra con una protesi alla gamba. Poi è stata la volta di Barbie con la vitiligine o calve, in modo da "rassicurare" le bambine che stanno attraversando la stessa esperienza che non c'è nulla di cui vergognarsi nell'essere diversi.

Le Barbie inclusive della Mattel
Le Barbie inclusive della Mattel

La stessa azienda, Mattel, ha lanciato una linea bambole genderfluid, "Creatable World". Ogni bambino o bambina potrà scegliere se accorciare i capelli della bambola corti o lunghi, se vestirla di rosa o celeste, con i pantaloni o con la gonna. L'infanzia è il momento in cui si costruisce l'identità degli individui: è giusto che i bambini siano liberi di esplorare il mondo, senza etichette e senza pregiudizi.

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