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Da barriera contro i virus a scudo contro i rapporti sociali: cosa è diventata la mascherina

Per molte persone, per chi è particolarmente timido o introverso, la mascherina non protegge soltanto dal Coronavirus ma funziona anche come scudo per limitare al massimo le interazioni sociali. Quali sono le conseguenze di questo atteggiamento nel lungo periodo lo abbiamo chiesto alla psicologa Maria Beatrice Toro.
Intervista a Dott.ssa Maria Beatrice Toro
Psicologa, psicoterapeuta e docente presso l'Università La Sapienza
A cura di Francesca Parlato
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Un anno fa le mascherine erano uno strumento soltanto per medici e operatori sanitari, non conoscevamo la differenza tra quelle chirurgiche e le FFP2. Non potevamo certo sapere che sarebbero entrate così prepotentemente nella nostra quotidianità. Per la maggioranza delle persone si tratta di una seccatura, la mascherina crea disagi, gli occhiali si appannano, le pelle si secca, respirare è faticoso e soprattutto ci rende irriconoscibili. Con il Covid abbiamo perso il contatto fisico, abbiamo rinunciato a baci, abbracci e gesti affettuosi, e le mascherine ci hanno anche tolto la possibilità di vedere i sorrisi e le espressioni. Ma accanto a chi non vede l'ora di poter smettere di usarle, ci sono persone che provano un certo sollievo a indossarle prima di uscire o sul posto di lavoro. E il Covid e la paura del contagio non centrano nulla. La mascherina cela, nasconde, pone una distanza. È uno strumento che non solo tiene lontani virus e batteri ma anche le persone e le relazioni sociali. I più introversi, i più timidi sono sollevati all'idea di avere uno schermo che impedisce agli altri di riconoscerli e che limita al massimo qualsiasi tipo di interazione. Un'inchiesta della BBC ha parlato proprio del piacere che alcune persone provano nell'indossarle. "La mascherina limita l'esposizione. Per questo chi soffre di un'ansia sociale si sente rassicurato dal fatto di non doversi mostrare a volto scoperto in pubblico – ha spiegato a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro – Chi si sente sollevato sta pensando di aver risolto un problema, ma in realtà prima o poi, quando ci potremo finalmente togliere queste mascherine, l'ansia sociale presenterà il conto".

La mascherina non è una soluzione per l'ansia sociale

In alcuni casi la mascherina è un sollievo anche sul lavoro. Pensiamo a chi svolge una professione a contatto con il pubblico ed è costretto a sorridere e a mostrarsi sempre allegro. In queste situazioni, con il viso coperto per più della metà, non è necessario abbozzare un'espressione felice anche in una giornata no. Chi invece si sente sempre osservato, teme il giudizio degli altri, soprattutto riguardo l'aspetto estetico, con la mascherina riesce a tenere a bada tutte le insicurezze. "Ma si tratta di una soluzione disfunzionale. Come prendere le scale se si ha paura dell'ascensore: sul momento ho risolto, ma nel medio e nel lungo periodo?".

L'intelligenza emotiva

Per i più introversi che hanno trasformato la mascherina in un'inseparabile copertina di Linus e una scusa per limitare il più possibile i rapporti sociali, l'intelligenza emotiva è a rischio. "Molti non solo la vivono come uno scudo per non mostrare le proprie emozioni – spiega la psicologa – Ma si sentono sollevate anche dall'idea di non conoscere le emozioni delle persone con cui stanno parlando. Può succedere che a volte si cerchi un sorriso nella persona con cui si sta interagendo e se non arriva questo ci può mandare in crisi. E la mascherina ripara anche da questo"Il rischio è proprio perdere l'abitudine al coinvolgimento emotivo e alla lettura del linguaggio non verbale. La mascherina oggi è indispensabile, per proteggerci dal Coronavirus e per limitare la diffusione del contagio, ma non trasformiamola nella nostra comfort zone.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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