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Crolla il fatturato Primark, persi già 890 milioni di euro: colosso in crisi a causa della pandemia

Anche un colosso come Primark ha risentito della pandemia e della chiusura dei negozi. Dopo il primo lockdown, ora i punti vendita della catena stanno per abbassare nuovamente le serrande, a causa della seconda ondata di Covid-19. Questo inciderà sul fatturato, già notevolmente calato. Ma intanto si pensa alle misure da adottare al momento della riapertura.
A cura di Giusy Dente
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La pandemia da Covid-19 non accenna a rallentare, costringendo i Paesi europei a correre ai ripari drasticamente. Anche l'Italia ha dovuto adottare nuove misure restrittive, che coinvolgeranno diverse attività commerciali: si procederà soppesando le soluzioni in base alla criticità delle situazioni, regione per regione, per evitare un nuovo lockdown nazionale. Alla luce di tutto questo si prospettano nuovi preoccupanti scenari per i mercati, già provati dal precedente lockdown. Ad essere chiamato in causa è anche il settore tessile. Associated British Foods, il gruppo proprietario della nota catena di negozi Primark, ha fatto il punto della situazione, che è piuttosto preoccupante.

Primark in crisi a causa della chiusura dei negozi

Dal 2 novembre i punti vendita Primark di Irlanda, Francia, Belgio, Galles, Catalogna e Slovenia hanno chiuso le loro porte al pubblico. Anche il governo britannico ha annunciato la chiusura di tutte le attività non ritenute essenziali per le prossime 4 settimane. Complessivamente, dunque, più della metà degli spazi di vendita totali del colosso (parliamo del 57%) saranno chiusi dal 5 novembre. Il precedente lockdown ha certamente messo in luce le potenzialità offerte dagli e-commerce, ma gli spazi fisici restano essenziali per il fatturato, in particolare per chi (proprio come Primark) non ha uno store online. L'azienda ha fatto una stima orientativa delle perdite attese, quantificandole in circa 375 milioni di sterline (416 milioni di euro). La cifra tiene conto dei negozi che chiuderanno e di quelli che, invece, dovranno seguire orari di apertura al pubblico limitati. Questi milioni si andrebbero a sommare a quelli persi nei mesi precedenti, quelli della prima ondata della pandemia, quantificati in circa 800 milioni di sterline (oltre 890 milioni di euro) rispetto all'utile dell'anno precedente. Si tratta di un crollo pari a circa il 40%.

Come ripartire dopo il secondo lockdown

George Weston, amministratore delegato di ABF, ha dichiarato a Indipendent: «Dopo una chiusura di tre mesi, Primark ha fornito una performance robusta, ricevendo una risposta estremamente positiva quando ha riaccolto i clienti in sicurezza nei suoi negozi. L'incertezza sulla chiusura temporanea dei negozi a breve termine rimane, ma le vendite dalla riapertura alla fine dell'anno dimostrano l'attrattiva della nostra offerta conveniente». Weston appare cautamente ottimista, in vista anche del periodo natalizio, che è quello da sempre tradizionalmente associato agli acquisti e alla corsa ai regali. Saranno festività certamente molto diverse da quelle degli anni precedenti, ma il periodo potrebbe rivelarsi cruciale per far ripartire il commercio. In vista della maggiore domanda che ci sarà quando i governi ufficializzeranno le riaperture, l'azienda ha fatto già sapere che conta di estendere gli orari di apertura.

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