L’abbiamo definita il volto del cambiamento del potere Usa. La poetessa afroamericana Amanda Gorman è appena salita sul palco di Capitol Hill e ha commosso gli spettatori. Attivista da sempre, le sue parole hanno tracciato un solco profondo tra la politica muscolare di Trump e quella che sembra essere una “politica gentile” rappresentata da Joe Biden. Un potere che guarda all’uguaglianza, parola che più volte è stata pronunciata durante i vari interventi.
Il discorso di Amanda Gorman
Ha usato parole leggere, ma che ben evidenziano l’indirizzo che la maggior parte degli statunitensi si aspettano da questo nuovo corso politico targato Biden-Harris. “Ora siamo uniti. Vogliamo proporre un Paese impegnato" ha esordito Amanda Gorman in un total look a firma Prada. "Ora volgiamo lo sguardo non per guardare ciò che ci divide, ma per guardare oltre l’orizzonte. Per guardare il futuro dobbiamo deporre le armi e tendere la mano gli uni verso gli altri. Siamo stati messi alla prova, ma usciremo vittoriosi perché sappiamo che non vorremo più vedere divisioni".
Il cuore del discorso è proprio il futuro, il volersi lasciare alle spalle le frasi di odio, le contrapposizioni che gli Stati Uniti hanno vissuto in questi ultimi anni. "La vittoria non sarà nella lama che ci divide, bensì nel ponte che ci porterà oltre le sfide. Noi siamo il passato che abbiamo ereditato, ma anche la luce che guida il nostro futuro. La democrazia non può essere rimandata, mai può essere sconfitta. Non siamo stati pronti a ereditare la paura, vogliamo aprire un nuovo capitolo di speranza e prevalere sulle catastrofi. Le catastrofi non possono prevalere sulle nostre identità. L’amore diventerà la nostra eredità."
Una politica di unione e uguaglianza
L'amore è al centro del discorso di Amanda Gorman. Non più una lama, ma un ponte è il potente simbolo che dimostra di quanto gli Usa siano ancora scossi dalle ultime vicende che mai come nell'ultimo anno li hanno visti gli uni contro gli altri. E un messaggio potente lo diventa ancora di più se pronunciato da una donna afroamericana, che diventa il simbolo di quell'America multiculturale che sembrava scomparsa nell'era di Donald Trump. Un volto che sa di speranza, di unità, di quei valori che sembravano accantonati ma che oggi come non mai sono necessari per poter ripartire e far tornare gli Stati Uniti quel Paese delle possibilità che abbiamo sempre conosciuto.