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Come coltivare il talento nei bambini: i consigli dello psicologo per scoprire doti e attitudini

Ogni genitore almeno per una volta ha sognato che il proprio figlio diventasse un campione dello sport o un musicista provetto. Ma come si fa a scoprire il talento in un bambino? In quale modo si può assecondare e coltivare un’attitudine lo abbiamo chiesto al dottor Davide Algeri, psicologo e psicoterapeuta.
Intervista a Dott. Davide Algeri
Psicologo e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Tutti i bambini nascono con una dote che li rende unici. Ma riconoscerla non è sempre facile. Siamo abituati a pensare che i talenti abbiano soltanto alcune forme, come la capacità di suonare il pianoforte o disegnare oppure primeggiare in uno sport. Ma in realtà, in tenera età, è più corretto parlare di predisposizione secondo il dottor Davide Algeri, psicologo e psicoterapeuta autore del progetto TalentUs (start-up che punta a identificare e valorizzare le attitudini dei più piccoli). "Ogni bambino può averne anche più di una, può avere una grande capacità mnemonica, può amare molto la lettura. Per capire quali sono le inclinazioni di un figlio bisogna naturalmente partire dall'osservazione".

Osservare i bambini per capire le loro inclinazioni

Offrire ai bambini tanti stimoli diversi può essere utile per capire cosa lo interessa di più. "Facciamo un esempio: se abbiamo un bambino di 6 anni che ama leggere i libri sugli animali e ne ricorda a memoria più nomi di quanti non riusciamo a ricordarne noi genitori, in quel caso possiamo notare che ci sono due predisposizioni. Quella verso il mondo animale e quella alla memoria. La predisposizione si vede anche dal grado di interesse del bambino verso una determinata attività". Uno degli elementi da osservare è anche il tempo che passa mentre svolge uno dei suoi giochi. "Capiamo dove si orienta in maniera più spontanea, cosa smuove in lui una certa passione e da cosa è attratto, e cerchiamo, una volta compresa la sua predisposizione, di assecondarla".

Attenzione a non fare pressione

Assecondare va bene, fare pressione no. Uno degli errori più comuni dei genitori è infatti riversare sui propri figli ambizioni frustrate, desideri personali che non sono riusciti a realizzare, e in questo modo il rischio è che scatenino ansie e forme di stress nei figli. "I genitori rischiano di essere controproducenti. I bambini capiscono che suonare il pianoforte ad esempio rende felici i genitori e cercano di accontentarli e di assecondare le loro aspettative". Il bambino non si impegnerà più per sé stesso ma solo per i genitori. "Le mamme e i papà devono sapere che questo atteggiamento può provocare delle ansie nei più piccoli". Il consiglio è quindi evitare di forzare la mano. "Il rischio, se si prova a convincerli a fare qualcosa che non amano, è che diventeranno degli adulti depressi o infelici".

Come si coltiva un talento

Quando ci accorgiamo di una predisposizione di un bambino può essere utile creare uno spazio, in maniera naturale, dove lui potrà coltivare la sua passione. "Bisogna bilanciare due elementi: da un lato è importante offrire a un bambino tanti stimoli diversi in modo che possa scegliere e scoprire quello che gli piace di più fare". Possiamo fargli provare diversi sport, fargli seguire lezioni di pianoforte o di batteria, mettergli davanti un ventaglio ampio di possibilità per capire dove si sente più a suo agio, quello che lo soddisfa di più. "Dall'altro lato se ci accorgiamo di un'attitudine forte verso qualcosa, è bene cercaredi assecondarla. Senza farla diventare un'imposizione, visto che la dote già c'è. In questo modo possiamo tirare fuori la parte migliore di nostro figlio e dargli la possibilità di eccellere".

Avere talento non vuol dire essere infallibili

Talento però non vuol dire essere infallibili: "Molto spesso si crea l'idea che avere talento significhi non fare errori. Ma non è così. Dobbiamo accettare, e lo devono accettare soprattutto i genitori, che perdere è una possibilità, che non sempre si può primeggiare. E anche anzi sbagliare serve alla crescita". Un genitore che instilla l'idea nei figli che perdere non sia possibile rischia di provocargli un vero e proprio blocco emotivo. "Ansia da prestazione: il bambino temendo la sconfitta, temendo di non poter arrivare primo, inizia a provare un'ansia crescente che potrebbe addirittura impedirgli la partecipazione alla gara oppure all'esibizione ad esempio".

Il talento e la crescita

Qualunque predisposizione si abbia è importante immaginarci con quel talento nel futuro. Un bambino e poi un adolescente, virtuoso del pianoforte, prima di orientare le sue scelte di vita nella coltivazione di questo talento deve capire se si può immaginare come pianista una volta diventato adulto. "Possiamo amare uno strumento ma magari non riusciamo a vederci nel futuro come musicisti. E allora è bene anche in quel caso che i genitori assecondino la volontà dei figli, ancora una volta senza forzare la mano". Accudire un'attitudine, interessarsi delle passioni dei propri figli, lasciargli spazio può facilitare l'emersione dei propri talenti. "Ogni genitore ha due possibilità: favorire l'emersione di un talento oppure inibirlo se troppo pressante o se non se ne cura. Bisogna incoraggiare i figli a seguire le passioni che li rendono felici". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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