Edson Tavares, l’ex compagno di Gessica Notaro che nel 2017 la aggredì sfregiandole il volto con l’acido, è definitivamente colpevole.L’ha ribadito la Cassazione oggi, confermando la condanna a 15 anni, cinque mesi e venti giorni di reclusione. I giudici di secondo grado, che hanno rigettato il ricorso della difesa, hanno motivato la sentenza con parole chiare e che non lasciano spazio a interpretazioni. La natura del delitto, l’utilizzo di una simile brutalità come l’acido lanciato sul viso, è una violenza, secondo i giudici, che è la "plastica rappresentazione di una meditata, ferma volontà di punire per sempre la vittima, privandola non solo della sua speciale bellezza, ma della sua stessa identità, così da cancellarla agli occhi di chiunque, non potendola ‘possedere' egli stesso".
Cancellare un volto per cancellare un'identità
Tavares, prima del gesto finale, ha perseguitato Gessica per mesi, tanto da aver già ricevuto una denuncia per stalking e un divieto di avvicinamento all’ex, cosa che non ha mai rispettato. Ma il gesto di cancellare un volto, i tratti della bellezza di una donna che vuole essere libera, è un atto bestiale che si aggiunge a un’aggressione che già di per sé non può che essere definita un’infamia. La possessione di chi, non potendo più avere al proprio fianco la propria ex, decide di cancellarne l’identità. Un uomo che premedita di privare una donna dei suoi connotati per renderla un’altra, per cancellarla definitivamente. Per questo, il gesto di Tavares e di chi come lui utilizza l’acido per vendetta, è qualcosa che va oltre qualsiasi umana comprensione. È un gesto che sta a significare: se non posso più averti, nessuno deve più sapere come sia il tuo volto.
Lo stalking e la violenza
Se riavvolgiamo il nastro della vicenda, potremmo pensare che questa tragedia fosse annunciata? Le denunce di stalking, gli episodi violenti di cui Edson Tavares è stato protagonista svariate volte non sono state sufficienti affinché la legge applicasse la misura del carcere richiesta da Gessica, tanto che il gip si limitò a disporre solamente una diffida di avvicinamento. Una semplice diffida che non ha sortito alcun effetto: tanto che l’11 gennaio del 2017, sotto casa di sua madre a Rimini, la Notaro è stata aggredita nel buio da un uomo vestito di nero, ma che lei non ha avuto dubbi nel riconoscerlo come il suo ex. Il calvario di Gessica lo conosciamo tutti: la sofferenza, la lotta, la ricostruzione a piccoli passi di quel viso che lui voleva cancellarle a tutti i costi. Eppure lui, nonostante la violenza, non ce l’ha fatta.
La battaglia vinta di Gessica
Il viso di Gessica Notaro, seppur con i segni di quello che le è accaduto, non è stato portato via dalla follia di Edson Tavares. E la showgirl, oggi, è sé stessa più che mai. Perché da quello che le è accaduto è riuscita a farne una battaglia per tante che non avevano la sua esposizione mediatica e la sua confidenza davanti alle telecamere. Ha recuperato giorno dopo giorno la confidenza con il proprio corpo, con quei connotati nuovi che ora sono parte della sua nuova vita. Chi pensa che per cancellare la bellezza di una donna, il suo carattere, la sua identità profonda possa bastare sfigurarle il volto ha da imparare dalla storia di Gessica proprio questo: che non è così. Che l’aggressione con l’acido è un’infamia dolorosa, che distrugge la quotidianità di una donna, ma non la cancella come essere umano. Perché abbiamo visto quanta vita Gessica abbia riconquistato intorno a se nonostante tutto, senza mollare mai di un centimetro. Se oggi la Giustizia ha finalmente chiuso un capitolo doloroso, una storia come quella della Notaro ci ricorda che un viso, e quello che porta con sé, non si cancella in una notte di violenza.