Il 2020 verrà certamente ricordato come l’anno della pandemia, ma anche il Codacons ha fatto di tutto per renderlo memorabile. Non è bastato il caso, diventato celebre, che li ha visti protagonisti di un contenzioso con Fedez, denunciato per commissioni “ingannevoli” nella raccolta fondi in favore della sanità italiana, querela poi archiviata pochi giorni fa per “manifesta infondatezza di reato”. E non è bastata neanche la crociata contro Chiara Ferragni, accusata di blasfemia per aver postato su Instagram una rielaborazione di un dipinto di Giovanni Battista Salvi in cui è stata ritratta nei panni della Madonna, a firma di Francesco Vezzoli.
Il nudo femminile torna sui calendari
Per chiudere l’anno in bellezza, il Codacons ha scelto di creare un calendario con dodici scatti di nudi femminili in bianco e nero, dove a colori campeggia unicamente una mascherina con la bandiera italiana e dei francobolli che ritraggono i borghi del Belpaese. Il calendario si chiama “Italienza”, dalla crasi tra “italianità” e “resilienza”. Il nome è già un distillato di stucchevole retorica: alzi la mano chi, all’ennesimo eco della parola resilienza non venga colpito da un reflusso gastroesofageo. Ma i corpi delle donne, secondo quanto si apprende dal comunicato del Codacons, sono l’espressione della voglia di riscatto di questo Paese. Leggiamo testualmente:
Protagoniste dei 12 scatti in bianco e nero del calendario, tratto distintivo dello stile dei lavori della fotografa romana Tiziana Luxardo, altrettante ragazze che posano simbolicamente vestite solo da una mascherina anti-Covid, in una cartolina con tanto di francobollo, rimandando a un tempo che non c’è più, quando i saluti venivano scritti e non inviati con il cellulare.
Verrebbe da dire: un tempo che non c’è più non era solo quello dei saluti scritti, caro Codacons. Un tempo che non c’è più (e meno male) è anche quello degli anni Novanta, dove il calendario con le donne nude che scandivano giorni e mesi di ogni anno era d’obbligo, ma noi tutti pensavamo di averlo archiviato da un pezzo.
Non è questione di eros, ma di opportunità
Potrebbe trattarsi di un ritorno al vintage quello deciso da Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che in questo 2020 pare non averne azzeccata mezza e che inaugura il 2021 sulla stessa scia. Così assistiamo alla riproposizione di dodici corpi nudi, in posa, a simboleggiare le bellezze territoriali italiane. Non si vuol fare del moralismo inopportuno, parlare di mercificazione del corpo o scomodare grossi temi di opportunità simbolica, ma sarebbe il caso di limitarci a chiedere: che comunicazione datata, banale, fuori luogo e inopportuna è quella dove delle modelle posano nude in pose artificiose e costruite? Non si tratta neanche di scomodare l'eros, perché in questi scatti non ce n'è. È l'idea di fondo che non ha più senso di esistere nel 2020, soprattutto nell'anno in cui le donne hanno dovuto sopportare il peso di una crisi senza precedenti, come nessun altro.
E sul sito voti la donna più bella
Se non fosse abbastanza, il Codacons ha invitato anche gli utenti a votare la modella che più ci piace sul loro sito e aggiudicarsi una copia del calendario autografata. Quindi, in soldoni, se riportare l’Italia ai calendari anni novanta non fosse abbastanza, l’associazione ci mette il carico e chiede anche di votare la bellezza migliore. Il Codacons, che dovrebbe per statuto tutelare i consumatori, in questa fine dell'anno più infausto degli ultimi decenni ci ha ricordato qualcosa che vale la pena non dimenticare più: a oggi non c'è nessuna battaglia fatta sul corpo delle donne che possiamo considerare vinta per sempre. La strada è ancora così lunga che non si può abbassare la guardia. Pensavamo di aver abbandonato il binomio calendario e donne nude vent'anni fa e invece oggi siamo qui, increduli, a guardare la storia ripetersi sempre uguale. Nell'anno dove le donne hanno perso di più. Quello dove sono state più povere, più insicure dal punto di vista lavorativo, più esposte alla crisi sociale, meno salvaguardate. Dopo un anno in cui abbiamo stretto i denti e guardato ostinatamente avanti combattendo, è il nostro corpo a diventare un simbolo. Mica la nostra lotta, le nostre piazze piene di grida che rivendicavano diritti, le associazioni di donne che hanno protetto le più fragili, i fiumi di inchiostro versati per chiedere pari dignità. No, alla soglia del 2021 il simbolo della resilienza è una posa senza vestiti con un francobollo di Frascati. Non ce ne voglia il Codacons, ma la resistenza e la rinascita hanno tutta un'altra forma.
La replica del Codacons ricevuta dalla redazione di Fanpage.it dopo la pubblicazione dell'articolo:
In merito alle errate informazioni contenute nel vs articolo ali link https://donna.fanpage.it/calendario-codacons-con-il-nudo-femminile-ma-quale-donna-vuole-essere-ritratta-ancora-cosi-nel-2021/ si chiede l’immediata pubblicazione della seguente rettifica, riservandoci ogni azione nei confronti della autrice dell’articolo a tutela della nostra immagine, gravemente lesa dal contenuto offensivo dell’articolo.
Quando abbiamo lanciato l’idea di un calendario che unisse la bellezza femminile a quella del territorio, eravamo ben consapevoli che qualcuno avrebbe storto il naso e distorto l’intenzione alla base del progetto, che non è certo quella di mercificare o degradare l’immagine della donna.
Al contrario le foto del calendario sono state realizzate da una donna, Tiziana Luxardo, fotografa di fama internazionale che nei suoi lavori trasforma il corpo femminile in linguaggio, una forma di comunicazione che non ha nulla di volgare, scandaloso, pruriginoso. Gli scatti del calendario Codacons non sono certo erotici, e nulla hanno a che fare con la nudità di ben altri calendari in cui l’immagine della donna viene umiliata e involgarita, rendendola un semplice oggetto sessuale.
Chi confonde questo messaggio, probabilmente ha nel suo retaggio culturale una visione distorta e sbagliata della donna, una malizia da sradicare ed estirpare che non appartiene né alla fotografa, né al Codacons, associazione che da anni si batte contro molestie, violenze e abusi sulle donne, realizzando in collaborazione con Miss Italia un apposito “Sportello anti-stalking”.
Degradare una opera artistica dedicata alla bellezza femminile a “calendario anni ‘90” rappresenta una offesa non certo al Codacons, ma a tutte le donne, il cui corpo non può più essere vincolato ad obsolete e perverse visioni maschilistiche, ma deve essere veicolo di bellezza, positività e rinascita, come intende fare il calendario Codacons 2021, realizzato da una donna per le donne.