Anna Lou Castoldi, la difficoltà di gestire l’odio sui social: “La gente vuole insultare le donne”
Anna Lou Castoldi è la figlia di Asia Argento e Morgan. A giugno compirà 20 anni e come qualsiasi ragazza della sua età è alle prese con la didattica a distanza: attualmente è iscritta all'Università, ma sta portando avanti anche diversi progetti fotografici e la carriera di attrice. Infatti ha partecipato alla terza e ultima stagione di Baby su Netflix. Inevitabilmente sin da quando è nata viene associata ai suoi genitori e alla loro fama, alla loro presenza nel mondo dello spettacolo, ma anche in quello del gossip. Entrambi, infatti, sono molto chiacchierati e la ventenne ha sicuramente ereditato da loro uno spirito ribelle, anticonvenzionale e libero da qualunque condizionamento. L'eccentricità del suo stile e i continui cambi di look sono il suo modo per esprimere l'innata creatività, senza paura di osare e sperimentare. Dalle treccine al caschetto bicolor, ha sempre sorpreso i suoi fan con originalità, esprimendo la propria unicità. La sua forte personalità è un punto di forza, anche se spesso si è ritrovata al centro di immotivate cariche di odio social. È stata vittima di un vero e proprio cyberbullismo non sempre facile da gestire. Proprio per questo AW LAB l'ha voluta come ospite del secondo appuntamento di Perfetta, il format digitale dedicato proprio alla lotta degli stereotipi di genere, per sostenere una femminilità libera, consapevole e sana.
Quando i social diventano la piazza dell'odio
Durante l'evento CRINGE but free! Una questione di odio online Anna Lou Castoldi ha avuto modo di raccontare la sua esperienza di vittima di cyberbullismo. La figlia di Morgan riceve continuamente insulti, critiche pesanti, offese gratuite sui social. Si tratta di un fenomeno dilagante che ha notevoli ripercussioni, che mina l'autostima delle persone: soprattutto per quelle più fragili è difficile gestire questa carica di odio. La violenza verbale non ha nulla a che fare con le critiche costruttive: «Non importa da dove vieni, chi sei: la gente vuole insultare le donne. Per qualche motivo, la gente adora insultarmi» ha confidato la ragazza, che ha raccontato la sua esperienza per invitare i giovani a condividere le proprie storie senza vergogna e senza timore. Nel suo caso, i social erano diventati quasi un peso insopportabile più che un momento di svago: «Mi svegliavo e leggevo commenti super negativi. Evitavo gli ignoranti. Le opinioni son ben accette, ma i messaggi come “Muori” non sono costruttivi» ha spiegato.
I social non sono la vita reale
Esprimere la propria opinione liberamente non significa assumersi il diritto di abbattere le persone in modo gratuito. Una critica costruttiva è tale se espressa in modo intelligente e motivato ed è del tutto legittima. Ciò che non si può più tollerare è l'odio, scatenato non da punti di vista differenti e differenti visioni, ma dalla sola volontà di ferire e fare del male. Chi è vittima di cyberbullismo non sempre si confida, tende a chiudersi sempre più in se stesso, generando altro dolore interiore. Anna Lou nel suo intervento ha voluto invece precisare l'importanza di aprirsi: «Ricordatevi che non siete sole, condividete questa cosa, parlatene con i genitori o, se è il caso, con le forze dell’ordine, altrimenti rimane tutto dentro» ha detto.
La vita reale è più importante di quella virtuale: «Staccate dai social, oppure utilizzate la funzione che vi permette di bannare determinate parole: chi vi odia sarà convinto di riempirvi di messaggi ma voi non li leggerete mai». I social dovrebbero essere un momento di leggerezza e svago, di comunicazione sana, non un posto dove scaricare le proprie frustrazioni puntando sulle debolezze e le insicurezze altrui. Ma da questa spirale è possibile uscire, per non lasciarsi travolgere dalle sue conseguenze peggiori.