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All’asta i jeans Rifle: la svendita online comprende migliaia di capi acquistabili a pochi euro

Prima il grande successo e poi la crisi: Rifle, l’azienda di jeans dei Barberino del Mugello, a ottobre 2020 ha ufficializzato il fallimento. L’intenzione di organizzare un temporary store dove vendere al dettaglio la merce invenduta dei negozi monomarca, non è attuabile a causa della pandemia. Si è comunque optato per un’asta telematica molto vantaggiosa.
A cura di Giusy Dente
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La crisi non ha risparmiato neppure Rifle, gli storici jeans che hanno goduto di un successo straordinario sin dalla loro comparsa sul mercato italiano. Dal secondo dopoguerra e per circa 60 anni sono stati un punto di riferimento per intere generazioni, oltre che un simbolo del migliore Made in Italy. Prodotti nella fabbrica toscana di Barberino del Mugello, hanno toccato l'apice negli anni Sessanta e Settanta, quando a tutti gli effetti possederne un paio significava avere addosso un capo alla moda, gettonato, di valore. Dopo aver conquistato l'Italia, Rifle si è mossa verso l'estero, esportando i prodotti e aprendo anche un negozio in Russia alla fine degli anni Ottanta. Ma poi è arrivato purtroppo il declino, concretizzatosi nel fallimento aziendale.

Dopo il fallimento, la maxi svendita di Rifle

Negli anni Novanta l'azienda ha cominciato a dover fare i conti con le prime difficoltà. A nulla sono serviti la riorganizzazione aziendale, il rilancio del brand in Italia e all'estero, le nuove linee sportive. Il brand ha cercato di rendersi appetibile sul mercato avvalendosi di sponsor importanti: ci sono stati i capi "personalizzati" per Alessia Marcuzzi e quelli per Maria Sharapova e il cantante Briga ha fatto da brand ambassador. Si è rivelato del tutto inefficace anche l'ingresso di un investitore svizzero, la Kora Investement. A ottobre 2020 il tribunale di Firenze ha ufficializzato il fallimento dell'azienda. La pandemia ha reso impossibile lo svolgimento della svendita così come era stata pensata. Inizialmente il progetto era quello di un temporary store dove proporre a collezionisti, nostalgici o semplici fan dei jeans Rifle i pezzi rimasti invenduti a pezzi stracciati. Ma nulla di tutto questo sarà possibile. Si è comunque trovata una soluzione per smaltire il materiale, che comprende capi di abbigliamento e non solo.

All'asta abbigliamento, arredamento e oggettistica

L'emergenza sanitaria e le restrizioni in termini di spostamento (e non solo) hanno reso impossibile la realizzazione del temporary store che in tantissimi aspettavano, per poter acquistare gli ambitissimi jeans Rifle a prezzo stracciato. Non ci sarà insomma vendita al dettaglio, ma un'asta telematica, a prezzi ugualmente molto convenienti, dove si potranno acquistare capi di abbigliamento, materiale da ufficio e oggetti d'arredo provenienti dai vari negozi monomarca. L’Istituto Vendite Giudiziarie di Firenze, Prato e Pistoia (coordinato da Fabio Talente) e il curatore fallimentare hanno predisposto tante aste quanti sono i negozi, fatta eccezione per pochi raggruppamenti. Ciò significa che ogni negozio avrà un proprio lotto di vendita, comprensivo di tutta la merce. L’asta si concluderà il 13 aprile (è già possibile fare offerte sul sito IS.VE.G) e comprende lotti dal differente quantitativo di merce e con un differente valore. Uno dei più piccoli, per esempio, comprende 82 capi d’abbigliamento per adulti e parte da una base d'asta di mille euro. Il prezzo super i 28 mila, invece, per i materiali provenienti dall'Outlet di Milano e addirittura i 50 mila per quelli dell'Outlet di Vicolungo. L'occasione è decisamente ghiotta per commercianti, rivenditori o per chi voglia organizzare dei maxi acquisti di gruppo, visto che facendo un rapido calcolo sarebbe come pagare ogni singolo capo davvero pochi euro.

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