Vive per 17 anni nel braccio della morte, poi viene dichiarata innocente e ritrova l’amore
Il 30 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la pena di morte e, per l’occasione, in oltre 2000 città del mondo, monumenti, piazze, università, licei, scuole, si illumineranno per dire stop ad un mondo fatto di dolore e violenza. Sunny Jacobs e Peter Pringle, che per ben 17 anni hanno vissuto con la certezza di essere destinati alla pena di morte prima di essere riconosciuti innocenti, sono la dimostrazione che ogni vita è degna di essere vissuta.
Sunny Jacobs è stata reclusa nel carcere della Florida per 17 anni, dopo essere stata accusata di omicidio insieme a suo marito, Jesse Tafero. Come lui, era condannata a morte, ma è stata poi rilasciata nel 1992 perché innocente. Per il compagno però era ormai troppo tardi: era stato ucciso 2 anni prima senza che la sua innocenza potesse essere provata. Anche l’irlandese Peter Pringle ha subito lo stesso destino di Sunny, è stato accusato nel 1980 dell’omicidio di due agenti di polizia e condannato all’impiccagione. Dopo 15 anni di reclusione, è stata poi riconosciuta la sua innocenza.
Dopo qualche anno Sunny e Peter, accomunati dallo stesso destino, si sono incontrati, innamorati e sposati: oggi sono alla guida di una campagna universale che intende abolire la pena di morte in ogni parte del mondo. Le loro tristi esperienze hanno dimostrato che nessuno può togliere la vita ad una persona semplicemente perché ha commesso un crimine indimostrabile. La punizione non deve escludere la speranza e la riabilitazione ed è proprio per questo che la condanna a morte è ingiusta ed imbarbarisce la società.