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Un uomo nudo con la borsa: la campagna di Valentino non è uno scandalo, è una liberazione

La foto del modello Michael Bailey-Gates, con i capelli lunghi e i peli sul corpo, ha scatenato gli haters: “Non dovrebbero vederla i bambini, è disgustoso”. Lo stesso Piccioli è intervenuto: “Il male è negli occhi di guarda, non nel corpo nudo”. La moda offre solo infinite possibilità per esprimere la nostra vera natura e per scegliere chi siamo. Avere più scelte è sempre un’ottima scelta.
A cura di Beatrice Manca
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Un modello dall'aspetto androgino che esce da antiche colonne romane nudo con la nuova borsa di Valentino: viso d'angelo, chioma fluente e corpo mascolino. La nuova campagna di Valentino sconvolge tutti i canoni estetici e celebre l'estetica queer, spostando i confini di maschile e femminile. La foto è un autoritratto del fotografo e modello Michael Bailey-Gates, dall'aspetto ambiguo e affascinante. La Maison romana la descrive come un inno alla "libertà d'espressione" e un modo per apprezzare "l'individualità non condizionata da alcun limite". La campagna ha avuto impatto dirompente: accanto all'entusiasmo dei più, però, sono arrivati anche i commenti degli hater, che hanno espresso fastidio o addirittura disgusto, tanto che il designer Pierpaolo Piccioli è dovuto intervenire, prendendo posizione sul suo profilo: "Questa foto è il ritratto di un giovane, bellissimo uomo e il male è nell'occhio di chi lo guarda, non nel suo corpo nudo".

La nuova idea di bellezza di Valentino

La foto della discordia fa parte della campagna per le nuove borse Roman Stud, caratterizzate dalla celebre borchia. Tra i modelli e le modelle scelti c'è Michael Bailey-Gates, newyorkese classe 1993 che ha costruito una folgorante carriera nel mondo della fotografia grazie ai suoi ritratti e alla sua estetica no gender. Con il suo corpo il modello distrugge gli stereotipi legati all'identità e incarna un nuovo ideale di bellezza che non conosce etichette né confini. Pier Paolo Piccioli ha spiegato su Instagram perché lo ha voluto nella sua campagna:

Il mio lavoro è offrire la mia visione della bellezza inserita nel tempo che stiamo vivendo, e ciò che oggi consideriamo bello è un riflesso dei nostri valori. Stiamo assistendo a un grande, enorme cambiamento nell'umanità. I movimenti che hanno come obiettivo la consapevolezza di sé sono tutti guidati dalla stessa idea: l'evoluzione è possibile se è possibile l'uguaglianza, se è possibile l'inclusione, se i diritti umani sono protetti e la libertà d'espressione è tutelata.

La campagna Valentino
La campagna Valentino

Le critiche alla campagna pubblicitaria

La campagna ha ottenuto molte reazioni positive, tra cui quella dell'attrice e modella trans Indya Moore e dell'attivista e poeta Alok Vaid-Menon che l'ha giudicata "necessaria". Nei commenti però compaiono moltissime reazioni negative: una cascata di emoticon disgustate o arrabbiate e persone che invitano al boicottaggio. Tra i commenti si legge: "Questa immagine mi disturba" oppure: "Non dovrebbero vederla i bambini, è disgustoso". Lo stesso Piccioli è intervenuto per rispondere agli hater: "Dopo aver pubblicato la foto molte persone hanno reagito con commenti pieni di odio e di aggressività – dice il designer – L'odio non è una forma di espressione, l'odio è una reazione alla paura che facilmente degenera in violenza: può essere un commento o un'aggressione a due ragazzi che si baciano in metro". Il riferimento è a un fatto di cronaca recentemente accaduto a Roma, che mostra quanto l'omofobia sia ancora una piaga diffusa. "Dobbiamo opporci e condannare ogni forma di discriminazione, violenza e odio: sono orgoglioso di poter usare la mia voce e il mio lavoro per farlo, oggi e sempre". La campagna di Valentino è la manifestazione concreta di questo cambiamento culturale: parlare di inclusione e poi usare sempre modelli perfetti, bianchi, perfettamente conformi agli attuali standard di bellezza non serve a nulla. Mostrare in una campagna di moda un corpo che è ambiguo, che ancora "disturba" trasmette un messaggio potente: ogni corpo va celebrato. Anche e soprattutto se stravolge gli schemi a cui siamo abituati. Lo stesso direttore creativo sapeva di correre un rischio. "Cambiare è possibile, sapevo che non sarebbe stato facile ma sono pronto ad affrontare le difficoltà nel nome della libertà, dell'amore, della tolleranza e della crescita".

Perché la libertà d'espressione ci fa ancora paura?

La foto ha sconvolto gli hater non per la nudità né per il fatto che un uomo indossi una borsa, ma per l'ambiguità del modello: al primo sguardo è impossibile capire se si tratti di un ragazzo o di una ragazza. Il corpo maschile, con i peli sul torace e sulle gambe, entra in "cortocircuito" con il volto delicato e con i capelli lunghi. Ma il cortocircuito è solo apparente e deriva dalla nostra radicata abitudine di dividere il mondo in maschile e femminile, quando la realtà è molto più complessa e sfaccettata. Il fascino di Michael Bailey-Gates deriva proprio dalla sua unicità e per questo è stato scelto da Valentino nella sua campagna. Leggendo i commenti, l'impressione è che questa immagine abbia toccato delle corde molto profonde negli utenti, minando le loro certezze: cos'è uomo e cos'è donna? Come ha sottolineato lo stesso Piccioli, le manifestazioni d'odio sono una reazione profonda alla paura di fronte a qualcosa di inaspettato. Questa foto – è bene rassicurare tutti – non mina la famiglia tradizionale, né i ruoli a cui siamo abituati. Questa foto sconvolge la cosiddetta "espressione di genere" cioé quelle caratteristiche esteriori associate al fatto di essere donna o uomo. Semplificando, è il motivo per cui associamo il rosa alle bambine e il blu ai maschietti, le gonne alle donne e la barba agli uomini. Ma non deve essere per forza così, non per tutti: più libertà significa più possibilità per tutti. Sei una donna, vuoi metterti la minigonna e portare i tacchi alti? Puoi farlo. Sei un uomo, vuoi metterti una minigonna e i tacchi alti? Puoi farlo anche tu. Vuoi mettere il rossetto? Puoi farlo, a prescindere dal genere, come non farlo. La moda offre solo infinite possibilità per esprimere la nostra vera natura. Lasciare gli altri liberi di scegliere non significa che le nostre scelte siano meno valide, anzi. Più scelte è sempre un'ottima scelta.

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