Un donna musulmana a seno nudo, la nuova provocazione di American Apparel
American Apparel è famoso oltre che per le collezioni di abiti tanto amate dagli hipter di mezzo mondo anche per le sue controverse campagne pubblicitarie o per allestimenti degli store decisamente anticonvenzionali. Non molto tempo fa il brand scelse una modella di 60 anni con i capelli bianchi per pubblicizzare i propri capi, poi la provocazione si spostò su una tematica sessuale e divenne più diretta, fece infatti molto discutere una t-shirt venduta negli store che raffigurava la masturbazione femminile. L'ultima provocazione risale invece allo scorso febbraio: nel giorno degli innamorati Amaerican Apparel scelse di celebrare la ricorrenza posizionando in vetrina manichini con peli pubici in bella vista. Ora arriva una nuova campagna in cui appare una donna musulmana in topless.
Una donna musulmana in topless, la nuova provocazione
Questa volta il marchio sembra voler puntare su una tematica femminista per poi spostare l'attenzione sui propri metodi di produzione sotenibile. Nella fotografia di lancio, pubblicata per la prima volta su Vice Canada, appare una donna in topless che indossa solo un paio di jeans. A coprire il seno la scritta "Made in Bangladesh" che ricorda il "Censored" solitamente utilizzato dai giornali per nascondere la nudità. L'immagine è poi accompagnata da una didascalia in cui viene presentata Maks, la 22enne scelta come modella della campagna. Si scopre dunque che la ragazza da alcuni anni lavora per American Apparel – il brand ha infatti scelto alcuni dipendenti come testimonial – è originaria di Dhaka, capitale del Bangladesh, e quando aveva solo 4 anni si è trasferita con i genitori in California. Durante l'adolescenza ha deciso di non seguire i precetti dell'Islam e oggi ha scelto di posare a seno nudo per la controversa campagna.
La campagna che scatena l'ira dei musulmani
American Apparel oltre a provocare l'ira del mondo musulmano, mostrando il seno nudo e ponendo l'accento sulla possibilità per una donna di utilizzare il proprio corpo come meglio crede, utilizza il "marchio" Made in Bangladesh per ironizzare sulla questione dei capi d'abbigliamento prodotti dai grandi marchi della moda in fabbriche situate nei paesi sottosviluppati. Amaerican Apparel palesa la nazionalità della modella, ma facendo ciò sottolinea anche i propri metodi di produzione sostenibile, tutti i capi del marchio canadese nato nel 1989 sono infatti prodotti interamente in America, precisamente in California, senza l'utilizzo di operai sotto pagati costretti a lavorare in fabbriche fatiscenti del sud dell'Asia.