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Un account per modelle magre, l’atro per sole curvy: il brand Oh Polly al centro delle polemiche

Il brand inglese Oh Polly è finito al centro delle polemiche nelle ultime ore dopo aver creato un doppio account Instagram, uno dedicato alle modelle magre, uno per le curvy. Gli utenti del web si sono indignati, spingendo i portavoce del marchio a chiedere scusa pubblicamente.
A cura di Valeria Paglionico
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Il mondo della moda sta diventando sempre più inclusivo e sono moltissimi i marchi che si stanno aprendo alle diversità, definendo dei nuovi canoni di bellezza più reali e meno irraggiungibili. Alcune abitudini, però, sono dure a morire e a dimostrarlo è stato il brand d'abbigliamento online Oh Polly, finito al centro delle polemiche per aver creato un account Instagram separato dedicato esclusivamente alle modelle plus-size e separato da quello destinato alle top magre: ecco qual è stata la reazione degli utenti del web.

Le scuse pubbliche del brand Oh Polly

Oh Polly è un marchio di abbigliamento online nato nel 2015 in Gran Bretagna e di recente ha fatto non poco discutere per aver creato un doppio profilo Instagram, uno ufficiale sul quale apparivano solo modelle magrissime, l'altro chiamato "Oh Polly Inclusive" dedicato alle curvy e alle plus-size. Fin dal primo momento sono stati moltissimi gli utenti che si sono ribellati, trovando l'iniziativa discriminatoria e inaccettabile. Tra questi anche diversi volti noti come la YouTuber Alissa Ashley, che ha definito l'operazione una "segregazione", o la guru della bellezza Jackie Aina, che ha postato la frase "Tolleranza zero%".

Sentendosi nel centro del mirino, i portavoce del marchio hanno risposto alle critiche con un tweet, nel quale dicevano che era solo un modo per celebrare una parte molto ampia della community di Oh Polly. Poco dopo, però, hanno rimosso l'account scusandosi pubblicamente per il grave errore di valutazione. In molti hanno pensato che la scelta di creare e poi rimuovere un profilo dedicato alle curvy fosse solo una strategia di marketing per far parlare del brand ma a smentire tutto è stata l'azienda stessa. Dare spazio alla diversità rimane una priorità assoluta, dunque dunque coloro che sono a capo del brand continueranno ad ascoltare i bisogni della community e soprattutto cercheranno di imparare qualcosa dal'errore commesso.

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