Tumore al seno: ricerca italiana scopre cura per la sopravvivenza, nuovo farmaco
I centri d’eccellenza esistono in Italia, la ricerca avanza e le notizie che arrivano sono incoraggianti per l’intera società. Dall’Istituto dei Tumori di Milano arriva una grande scoperta. Ricerca dal nome Noah e pubblicato sulla rivista The Lancet, ha evidenziato come il 71 percento delle donne affette dal tumore al seno Her2-positivo avanzato può sopravvivere senza ricadute attraverso un ciclo di cure con la molecola trastuzumab. La chemioterapia ha successo solo per il 56 percento dei casi.
Ricercatore a cui attribuire questo grande passo avanti è Luca Gianni, direttore dell’Oncolofia medica 1 della Fondazione Irccst. Il cancro alla mammella colpisce ogni anno circa 38 mila donne in Italia. Ottomila non arrivano alla fine per complicanze o metastasi. «Questo tumore necessita di farmaci prima di intervenire chirurgicamente – ha spiegato il professor Gianni -. In questo studio abbiamo valutato l'associazione di trastuzumab, anticorpo specifico per il recettore Her2, con la chemioterapia sequenziale».
Lo studio condotto dalla Fondazione Michelangelo sul territorio europeo, in collaborazione con il gruppo spagnolo Solti e finanziato dalla casa farmaceutica Roche, ha somministrato per un anno chemioterapia neoadiuvante ad un gruppo, mentre alla metà di 235 pazienti anche il trastuzumab. Quest’ultimo è ben tollerato dal corpo e ha sviluppato scompenso cardiaco solo il 2 percento. Questo studio «rappresenta una sfida importante per la strategia terapeutica del carcinoma mammario in fase precoce, in considerazione anche del fatto che i risultati da studi adiuvanti richiedono un numero enorme di pazienti per dimostrare un guadagno di sopravvivenza».
Roberta Santoro