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Tampon Tax: dovremmo dire “grazie” alle mestruazioni

La Tampon Tax, che propone di detassare gli assorbenti igienici, sta facendo molto discutere, soprattutto le donne. Ma perché proviamo imbarazzo quando parliamo di mestruazioni?
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A cura di Zeina Ayache
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Avere le mestruazioni di per sé non è un grande problema, come molte caratteristiche naturali, la difficoltà viene riscontrata nel momento in cui bisogna relazionarsi con il mondo. E così il gonfiore, i dolori, gli sbalzi di umore, l'ansia da macchia sui pantaloni e lo stress di dover trovare un bagno per cambiarsi l'assorbente trasformano il mestruo in un tabù. Siamo sicuri?

In questi giorni si parla di Tampon Tax, la proposta di detassare gli assorbenti igienici e i vari prodotti utili alla gestione delle perdite di sangue. L'idea di base è quella di applicare l'iva del 4% e non del 22% come invece previsto attualmente. Gli assorbenti dovrebbero quindi essere considerati “beni essenziali”, tipo la pasta per intenderci, ed essere tassati di conseguenza. Non si tratta di una spesa proibitiva, il risparmio non sarebbe poi così sconvolgente per la vita di una donna, ma la questione, spero, non è principalmente economica quanto ideologica.

È vero, in un certo senso non possiamo sostenere che un assorbente sia “essenziale” quanto la pasta, quest'ultima ti permette di mantenerti in vita, mentre gli altri ti garantiscono una vita… sociale. Ma cosa accadrebbe se domani tutte le donne iniziassero a girare senza assorbente, sporcando le sedute sui tram, le sedia in ufficio o i vestiti misurati nei negozi? A quel punto forse ci renderemmo conto del valore, non in aliquota, di questi prodotti.

Non è necessario farne una lotta femminista, non è vitale struggersi per un potenziale guadagno economico, si tratta di pura logica. Gli assorbenti sono beni – socialmente – essenziali, punto. Sì, è condivisibile l'opinione di quelli che “prima ci sono cose più importanti”, ma visto che su quelle, a quanto pare, nessuno si sta soffermando, tanto varrebbe partire dalle cose più semplici. Un po' come a scuola, gli integrali li affronti in quinta liceo, ma prima sei partito dall'abaco.

Detto questo, smettiamola di fare le incattivite con la vita perché siamo nate femmine, avere le mestruazioni è bellissimo! Praticamente tutto il mese siamo giustificate e possiamo rispondere sgarbatamente alle persone, perché sai “sono in pre-mestruo”, “sono in ovulazione”, “ho le mie cose”, “sono in post mestruo”, “ho il ciclo e la luna in Giove”. Ci autoconvinciamo che durante quei giorni il nostro corpo ha bisogno di energie, nello specifico cioccolato, e così ne facciamo scorta senza doverci giustificare con quelli che, durante gli altri giorni, ci criticano per i chili di troppo o la cellulite. Per non parlare del seno, forse fa un po' male, ma quanto è sodo? E poi c'è l'indisposizione mensile, quella grande amica che permetteva di saltare le lezioni di ginnastica o di entrare a scuola un'ora dopo. Insomma, noi avremo anche il gonfiore, i dolori, il sangue, l'umore sotto i piedi e l'iva al 22%, ma le mestruazioni, con i vari ormoni che coinvolgono, sono ciò che ci rendono così simpaticamente imprevedibili.

Ci sono parti nel mondo in cui, per questioni culturali/religiose, una donna con le mestruazioni è considerata impura, peccatrice, sporca e molto di peggio ancora, la Tampon Tax, a mio avviso giusta e giustificata, ha scatenato l'ennesima lotta sessista mettendo, in realtà, le donne contro le donne, perché l'inibizione di parlare di mestruazioni, chiamandole “cose”, o l'imbarazzo di dover trovare un bagno per cambiarsi l'assorbente così come la vergogna per quella fastidiosa macchia di sangue scappato da quelle super ali che avrebbero dovuto contenerlo trovano riparo nella nostra testa.

Noi che abbiamo la possibilità di affermare le nostra opinione liberamente non dovremmo nasconderci dietro un assorbente, così facendo ci trattiamo da malate, quando invece siamo solo mestruate.

[Foto di JESHOOT]

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