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“Sono la mia ragione di vita”: Jo combatte la depressione prendendosi cura della bambole

Jo Marsh è una donna di 32 anni e, a causa della depressione, ha perso l’affidamento dei due bambini che aveva adottato. Per superare il trauma, ha acquistato delle bambole: prendersi cura di loro l’ha fatta rinascere.
A cura di Valeria Paglionico
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Jo Marsh è una donna di 32 anni, viene da Gateshead, e ritiene che le sue due bambole, chiamate Angelo e Mia, le hanno salvato la vita. Da piccola ha subito degli abusi ma ha sempre avuto troppa paura per denunciarli e, una volta cresciuta, si è ritrovata a combattere contro la depressione causata da stress post-traumatico, malattia che l’ha obbligata a rinunciare ai suoi due veri figli adottati. Quei giocattoli, però, l’hanno aiutata ad andare avanti e a superare quella perdita.

L’idea di acquistarle le è venuta dopo che una star dei reality show, Courtney Stodden, aveva raccontato di aver superato la traumatica esperienza dell’aborto proprio cullando delle bambole. E’ proprio in quel momento che ha deciso di sperimentare quel rimedio e, alla fine, si è sentita rinata. Oggi, si prende cura di Angelo e Mia proprio come se fossero dei bambini in carne e ossa. "Senza le mie bambole non ce l’avrei mai fatta. Sarei stata uno zombie o addirittura sarei morta”, ha spiegato la donna che, prima di acquistare le bambole, non riusciva a fare a meno degli psicofarmaci e degli antidepressivi.

Naturalmente, va costantemente da uno psichiatra per tenere la malattia sotto controllo ma sembra essere sulla via della guarigione. La sua speranza è che tutti possano capire che non sono dei semplici giocattoli ma degli strumenti per affrontare la perdita, la depressione e persino delle malattie come il morbo di Alzheimer. Anche se crede di essere stata un fallimento come mamma, è consapevole del fatto che rinunciare ai due bimbi adottati è stata la scelta migliore sia per lei che per loro.

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