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“Sono autistico e vivo così la mia vita”: la lettera del bimbo di 12 anni commuove il web

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo che porta coloro che ne sono affetti ad avere dei deficit nella comunicazione verbale e non verbale. Questo bimbi di 12 anni ha raccontato la sua quotidianità, commuovendo il web e facendo capire a tutti che il desiderio più grande è essere considerato una persona “normale”.
A cura di Valeria Paglionico
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L'autismo è un disturbo del neurosviluppo che porta coloro che ne sono affetti ad avere dei deficit nella comunicazione verbale e non verbale. Nonostante ciò, sono moltissimi coloro che riescono a farsi capire e che vogliono essere considerati al pari dei loro coetanei. A dimostrarlo è un bambino di 12 anni che, attraverso l'Associazione "Dimmi A" di Scalea, è riuscito a scrivere una lettera commovente in cui spiega cosa significa convivere con l'autismo.

Il bimbo è nato da un parto naturale, è cresciuto come un qualsiasi altro bambino ma, nel momento in cui ha compiuto un anno, qualcosa è cambiato: era disorientato, si perdeva con lo sguardo, come se venisse "rapito" da un modo parallelo, tanto da non girarsi neppure quando veniva chiamato. In momenti come quelli, non aveva più il controllo del suo corpo e non riusciva a esprimersi. I genitori credevano che fosse diventato sordo o sordomuto ma, dopo un accurato controllo medico, è arrivata la diagnosi di autismo. Nella lettera, il bimbo ha scritto:

Io sono autistico e ho da poco compiuto dodici anni. Vivo la mia vita in un mondo che i miei genitori hanno adattato come un gioco, cercando di intuire e capire ciò che più gradivo. Non parlo molto, pronuncio qualche parola a stento come ‘mamma, papà e pipì', forse perché sono le prime parole che a ogni bambino sono insegnate o probabilmente perché sono le più semplici. La terza parola: pipì mi ha dato parecchi problemi. Quante volte ho fatto arrabbiare mia madre e mio padre, bagnando il letto o i vestiti che avevo addosso? Non lo so, ma tante volte fino quasi alla loro esasperazione. Il mio papà, mi faceva vedere come fare, tra l’imbarazzo e grandi risate! Capivo. Ascoltavo. Guardavo. Volevo fare la pipì nel vaso, ma la parte di me vittima dell’autismo, molte volte boicottava lo stimolo ed io non sentivo neanche premere la vescica, e per questo motivo ho indossato anche i pannolini sino alla taglia sesta extra large.

Per i genitori, non è stato semplice accettare che il proprio figlio avesse quel deficit ma, alla fine, ci sono riusciti e lo hanno aiutato ad affrontare la quotidianità tra baci, abbracci e coccole. Con varie terapie a cui si è sottoposto, è riuscito a concentrarsi di più e a tenere l'attenzione su qualcosa per più di qualche minuto. Il suo desiderio è essere guardato come una persona normale che sa amare, che sa sorridere e che sa godersi le meraviglie della vita, anche se sembra solo sfiorarla.

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