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Sonno polifasico: cos’è, quali sono i metodi e i possibili rischi

Il sonno polifasico è una pratica che permette di dormire diverse volte al giorno, ottimizzando i tempi e riducendo le ore totali di sonno. Scopriamo in cosa consiste, quali sono i metodi più conosciuti e se ci sono rischi per la salute.
A cura di Redazione Donna
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Il sonno polifasico è una pratica che consiste nel dormire più volte al giorno con frequenti sonnellini diurni, in contrasto con il sonno bifasico, che prevede un riposo prolungato di almeno 6 ore e una siesta, e il sonno monofasico, una volta al giorno: le classiche 8 ore di sonno a notte. Il sonno è un processo che cambia durante le fasi della nostra vita, passiamo infatti dal sonno polifasico del neonato, a quello bifasico dei bambini, fino ad arrivare a quello monofasico circadiano degli adulti. Questo ci fa allora pensare che è possibile spezzettare il sonno nell'arco delle 24 ore così da ottimizzare i tempi, dormire meno e avere più ore di veglia. Scopriamo all'ora cos'è il sonno polifasico, quali sono i metodi più famosi, e conosciamo anche i benefici e i possibili rischi di questa pratica.

Cos'è il sonno polifasico e quali sono le fasi del sonno

Il termine "sonno polifasico" è stato coniato dallo psicologo J.S. Szymanski nel primi anni del XX secolo, e sta ad indicare la pratica di dormire più volte al giorno, dividendo il sonno in piccoli pisolini diurni. Si ritiene che questa tecnica possa permettere alle persone di dormire meno e di sentirsi comunque vigili e riposate, recuperando dalle 4 alle 6 ore in più durante il giorno. Il sonno polifasico è stato il metodo adottato da illustri personaggi del passato, tra cui Leonardo Da Vinci, Napoleone, Thomas Edison.

Ma, quali sono le fasi del sonno? Il ritmo sonno-veglia è un ritmo circadiano regolato da una ghiandola, l'epifisi, e dalla melatonina, che viene prodotta dall'organismo in rapporto all'esposizione luce/buio. In realtà il sonno notturno non deve essere necessariamente di 8 ore: è importante infatti la qualità del sonno, più che la quantità, anche se la deprivazione e la frammentazione del sonno possono minarne la qualità. Il riposo si divide in 3 fasi: sonno leggero, sonno pesante e fase R.E.M. (Rapid-eyes-movement) in cui sognamo; fasi che si susseguono durante la notte, nello stesso ordine, per almeno 4 o 5 volte. La fase veramente importante per la sopravvivenza è solo la fase R.E.M., quella in cui si riposa, per questo i fautori del sonno polifasico affermano che basterebbero 2 ore a notte per riposare bene. Ma scopriamo di più.

Metodi di sonno polifasico più famosi: ciclo Uberman ed Everyman

I principali metodi del sonno polifasico sono: il ciclo Uberman e il ciclo Everyman, da scegliere in base alle esigenze personali, allo stile di vita e agli impegni giornalieri. Ognuno comunque prevede dei riposini diurni anche se ad intervalli diversi. Il ciclo Uberman prevede sonnellini di 20 minuti ogni 4 ore, senza nessuna fase centrale di sonno prolungato, ma solo tanti riposi frammentati. Il ciclo Everyman prevede invece una fase di sonno "lunga" che può variare da un'ora e mezza fino a 4 ore, e brevi sonnellini di 20 minuti durante la giornata. Chi decide di adottare il sonno polifasico, dovrà quindi scegliere quale ciclo seguire: bisognerà essere costanti e non saltare le piccole sieste, in questo modo si entrerà subito nelle fase R.E.M. del sonno, ottimizzando le effettive ore di riposo.

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Benefici e vantaggi del sonno polifasico

Il sonno polifasico offrirebbe gli stessi vantaggi del sonno monofasico, ma facendo risparmiare tempo, recuperando così ore durante il giorno. L'essenza del sonno polifasico è proprio questa: ridurre le ore del sonno durante il giorno, dalle 6 alle 2 ore in base al metodo adottato, frazionando il sonno in tanti pisolini. Il sonno polifasico ci permette di dormire per così poco tempo in quanto riduce il sonno leggero e quello pesante, lasciando inalterata solo la fase R.E.M.: se il vostro cervello sa che potrà dormire solo mezz'ora alla volta, allora diminuirà i tempi facendo entrare la fase R.E.M. fin da subito. Ovviamente abituarsi a questo metodo non è semplice, ma bisogna fare diverse prove prima di riuscire a seguire le fasi proposte dai diversi metodi. Il sonno polifasico offrirebbe poi tra i vantaggi quello di migliorare la qualità del sonno, aumentare la concentrazione, riducendo la stanchezza, oltre a diminuire, ovviamente, il tempo dedicato al sonno.

Sonno polifasico: quali sono rischi?

In realtà non è ancora noto se il sonno polifasico causi rischi alla mente o al corpo. Secondo alcune teorie, il metodo Uberman non sarebbe nocivo se seguito solo per 6 mesi, che è il tempo massimo sperimentato fino a questo momento: non se ne conoscono quindi le conseguenze sul lungo termine. Chi ha provato questo metodo, che è il più rigido, ha riscontrato un calo dell'attenzione e una diminuzione delle capacità creative: chi decide di sperimentare i sonno polifasico dovrebbe evitare di usare macchinari pesanti o di guidare. Non bisogna poi sottovalutare che si tratta di una tecnica molto difficile da seguire, in quanto non si possono assolutamente saltare i pisolini e non si possono consumare caffè e alcolici per non compromettere la qualità del riposo. Il sonno polifasico è sconsigliato a bambini e  adolescenti in quanto potrebbe comprometterne lo sviluppo.

È importante poi sapere che il sonno monofasico, rispetto a quello polifasico, apporta importanti benefici all'organismo, in quanto ottimizza i processi di guarigione, aumenta le difese immunitarie e aiuta i tessuti a rigenerarsi velocemente. Inoltre, dormire poco, può facilitare l'insorgere di obesità, malattie cardiache, diabete, ipertensione, riducendo così le aspettative di vita. Il sonno polifasico potrebbe poi aumentare il rischio di epilessia.

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