Sindrome del cuore spezzato: esiste davvero?

Vi è mai capitato di chiudere una relazione a cui tenevate moltissimo o di ritrovarvi di fronte a un forte trauma emotivo? Tutti quelli che hanno sperimentato una cosa simile sanno bene cosa significa avere il cuore "spezzato" ma in pochi si aspettano che il disagio possa portare realmente ad ammalarsi. La cosiddetta sindrome del cuore spezzato, però, esiste davvero. E' stata diagnosticata per la prima volta 25 anni fa da alcuni ricercatori giapponesi e presenta dei sintomi simili a quelli di un attacco di cuore.
Inizialmente, è stata chiamata sindrome tako-tsubo, dal nome del cestello usato dai pescatori del Giappone per catturare i polpi, che avrebbe una forma simile a quella che il cuore assume quando si soffre. Ad essere maggiormente colpite dal disturbo sarebbero le donne in post-menopausa che, in seguito a forti traumi “sentimentali”, avvertirebbero alcuni gravi problemi come dolore toracico intenso, dispnea, alterazioni elettrocardiografiche e difficolta respiratorie, proprio come succede quando si sta avendo un infarto.
Le uniche differenza sono che, quando si soffre della sindrome del cuore spezzato, non si hanno davvero le arterie bloccate. A provocare dei problemi simili sarebbe il sistema nervoso parasimpatico che, alterato da prolungati stress fisici ed emotivi, arriva a modificare la forma del ventricolo sinistro. Per fortuna, è possibile curarsi attraverso il riposo, con lo yoga, con alcuni esercizi di respirazione oppure, nei casi più gravi, con la somministrazione di farmaci specifici. Agendo in questo modo, i sintomi riescono a scomparire in poche settimane.