Simone Biles alle Olimpiadi di Tokyo: il riscatto della ginnasta dopo l’infanzia difficile e gli abusi
A Tokyo 2020 Simone Biles punta non alto, ma altissimo. Lei, che ha un palmarés da fare invidia ad atlete con anni e anni di esperienza in più, a Rio 2016 aveva conquistato il tetto del mondo: 4 ori e un bronzo. La 24enne vuole tornare a casa con 5 ori stavolta e chissà che non conquisti anche qualche nuovo record, parola a cui è già abituata. Non solo è la prima ginnasta nella storia ad aver vinto cinque titoli mondiali individuali, ma anche la prima a vincerne tre di seguito. E non è tutto. È la ginnasta con all'attivo più titoli mondiali in assoluto (ben 19) e quella più decorata nella storia dei campionati del mondo (25 medaglie in tutto). Oggi il suo nome è nell'Olimpo della ginnastica, ma alle spalle l'atleta a un passato difficile, fatto di abusi e povertà, da cui è riuscita a riscattarsi.
L'infanzia difficile di Simone Biles
Simone Biles non ha avuto un’infanzia semplice, ma la vita le ha permesso di prendersi la sua rivincita. Viene da una famiglia povera e ha alle spalle due genitori tossicodipendenti. La loro incapacità di provvedere adeguatamente alle sue necessità ha fatto sì che, all’età di 3 anni, i servizi sociali la affidassero ai nonni. Con loro è cresciuta fino a quando non è stata adottata, due anni più tardi. Ha trovato una famiglia amorevole, quelli che considera i suoi veri genitori: le hanno fatto conoscere il mondo della ginnastica, spronandola a crederci e andare avanti. E lei così ha fatto, accorgendosi di avere grosse potenzialità da sfruttare. Da sempre è abituata a dure e lunghe sessioni di allenamento, ma i risultati si sono fatti vedere molto presto, perché ha cominciato sin da piccola a macinare un successo e un record dopo l’altro.
Simone Biles vittima di abusi sessuali
Nel 2018 la ginnasta ha denunciato di aver subito abusi sessuali dall'ex medico della nazionale americana Larry Nassar. Ha condiviso la sua esperienza anche su Twitter, pubblicando una lunga lettera in cui si aggiungeva al coro di atlete che, in quel periodo, stavano trovando il coraggio di raccontare le loro storie. "Ora non ho più paura. Anche io sono una delle tante sopravvissute che è stata abusata da Larry Nassan" ha scritto, parlando di abusi a cui non era riuscita a sottrarsi. Da un lato le era stato detto di fidarsi di quella persona, dall'altro si sentiva in colpa verso se stessa per essere stata forse troppo ingenua. Ma poi ha capito che le colpe erano di altri, di Nassar in primis, ma anche della federazione: "Sono stata ingenua io? È stata colpa mia? Ora conosco la risposta alle domande che per troppo tempo mi sono fatta. No, non è colpa mia, non è colpa di nessuna vittima di violenza". Così si è fatta avanti e ha denunciato l'uomo, che è stato processato e poi condannato per aver abusi sessuali perpetrati durante le sue sedute ai danni di centinaia di atlete. Tutta la storia è raccontata nel documentario Netflix Atleta A.
Il riscatto di Simone Biles
La ginnasta statunitense è riuscita a trovare la sua strada e a percorrerla con coraggio e determinazione, nonostante tutti gli ostacoli incontrati, dalle persone che si sono approfittate di lei agli infortuni che hanno fatto vacillare la sua carriera. Ma non si è mai fatta abbattere, ha affrontato e superato tutto tornando sempre a galla più forte di prima. L'atleta della sua diversità ha fatto un punto di forza: la ginnastica artistica è una disciplina praticata soprattutto dai bianchi. Le ragazze raggiungono l'apice della loro forma fisica molto giovani, perché mentre per i maschi dai 16 anni in poi si rafforza il fisico, per le donne i cambiamenti fisiologici nelle forme diventano quasi d'impedimento. Lei ha una corporatura molto muscolosa e sta contribuendo a distruggere tutta una serie di stereotipi sull'aspetto che dovrebbe avere un'atleta, ma anche sui suoi stili di vita: sui suoi social non mancano le foto col fidanzato, quelle delle vacanze, quelle con gli amici, come una qualunque ragazza della sua età. Dopo aver chiuso il contratto con la Nike ha scelto come sponsor Athleta, un brand che punta sul valore dell'inclusività e sull’empowerment femminile, con un occhio alla sostenibilità ambientale.