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Sì, anche le donne si masturbano: è una cosa naturale, ma ci hanno insegnato a pensarla diversamente

La masturbazione femminile è ancora oggi un grande tabù. Ci portiamo dietro un retaggio culturale che vede l’autoerotismo delle donne come un qualcosa di peccaminoso, pericoloso, superfluo. E invece la donne si masturbano e pensano al sesso esattamente come gli uomini. Ma ci hanno insegnato a non doverlo dire.
A cura di Giusy Dente
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Fleabag dell'omonima serie tv si masturba guardando Barack Obama in tv, ha rapporti occasionali, porta sempre un vibratore con sé. È un personaggio autentico in tutto, anche nella sua femminilità e sessualità, perché non ha alcuna paura di viverle in pieno, non se ne vergogna. Nulla di più diverso da Amélie Poulain: delicata, romantica, timida. Si chiede: "Quante coppie stanno raggiungendo l'orgasmo in questo momento?" senza forse averne mai provato uno nella sua vita, perché nell'inseguire il grande amore non si è mai soffermata troppo sulle gioie del sesso. Non c'è un modo giusto e uno sbagliato di essere donne, purché si sia fedele a se stesse senza sentirsi sbagliate: è bella Amélie nella sua innocenza ed è bella Fleabag nella sua carnalità. Il personaggio della serie tv co-prodotta con Amazon Studios ci mostra una donna che, come è normale che sia, ha desideri sessuali e sa come provvedere a soddisfarli, da sola e non. Sembra la "scoperta dell'acqua calda" eppure certi tabù riguardo alla sessualità femminile esistono ancora: ma non tutte sono Amélie Poulain. In Italia i vibratori sono stati sempre collegati alla pornografia più che alla normale vita sessuale di una donna e invece hanno una storia secolare. Chissà, magari anche Amélie ne aveva uno nel comodino, ma si sentiva sbagliata ad usarlo perché la società le faceva credere che fosse così.

Breve storia recente dell'autoerotismo femminile

Nella costruzione dell'identità femminile nell'immaginario comune si è consolidata, dal Settecento in poi, una vera e propria rimozione degli impulsi sessuali e dell'autoerotismo. Abbiamo ereditato una trattazione socio-culturale sulla masturbazione piuttosto fumosa, che ha contribuito a connotarla come peccaminosa, dannosa, superflua. Questa percezione ha influenzato le donne stesse nell'approccio al loro corpo, alla loro sessualità, inibendo la loro consapevolezza. A inizi Novecento Sigmund Freud nei Tre Saggi sulla Teoria Sessuale contrappone la sessualità clitoridea a quella vaginale, identificando la prima come immatura e la seconda come matura. Approfondisce questo aspetto specificando ne Le trasformazioni della pubertà che è il passaggio dall’autoerotismo alla pulsione sessuale a determinare il corretto sviluppo dell'individuo. Ecco che la masturbazione diventa qualcosa di scorretto, di "anormale" per un'adulta. In Sexual behavior in the human female è Alfred Kinsey a restituire dignità al clitoride e a dare piena legittimità alla ricerca del piacere individuale, spiegando chiaramente che l'autoerotismo non ha conseguenze e anzi, è una pratica comune spesso taciuta per vergogna. E sono gli studi di William Masters e Virginia Johnson (raccontati tra l'altro nella serie tv Masters of Sex) sulla sessualità a confermare la difficoltà di raggiungere l'orgasmo con la sola penetrazione, piuttosto che con la masturbazione.

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Quando è stato inventato il vibratore

Oggetti di forma fallica erano già presenti nell'antica Grecia, anche se è nel Settecento che viene inventato il cosiddetto tremussoir, un oggetto vibrante per la stimolazione genitale femminile. La nascita ufficiale del vibratore avviene nel 1869 e si deve al fisico statunitense George Herbert Taylor. Il suo nome esatto era manipulator ed era ovviamente molto diverso rispetto a ciò che si vede oggi. Era un lettino con una sfera centrale vibrante posizionata sulla zona pelvica messa in funzione da una macchina a vapore. Nel film Hysteria, ambientato nella Londra del 1880, si può vedere il macchinario messo a punto da Mortimer Granville nel 1883. All'epoca la masturbazione femminile era prescritta come cura per quell’insieme di disturbi fisici e psicologici racchiusi appunto sotto il termine: isteria. Il macchinario di Granville è ritenuto il primo vibratore elettromeccanico, a cui ha fatto seguito quello a batteria nel 1899 e quello brevettato nel 1902 per la vendita al grande pubblico e l'uso domestico. Nel 1968 è stato il simbolo dell'emancipazione sessuale femminile.

La masturbazione non è qualcosa di cui vergognarsi

Complice la pandemia, i vibratori sono stati protagonisti di un boom di vendite notevole. Certo, la noia del lockdown e l'impossibilità di dedicarsi a svaghi fuori casa hanno avuto la loro incidenza, ma il tempo trascorso tra le mura domestiche ha consentito di dedicarsi un po' di più a se stesse e alla scoperta del proprio benessere, di esplorare e curiosare un po' di più. Secondo un sondaggio di Lelo (azienda di prodotti per la vita intima) il 40-60% delle donne si masturba e il 50% ha orgasmi multipli durante la masturbazione. Quest'ultima non espone a rischi: né gravidanze né malattie. Ma ha anche benefici sulla salute: riduce lo stress, migliora la percezione del proprio corpo e la fiducia in sé, aiuta il sonno, allevia i dolori mestruali, tonifica i muscoli pelvici. E poi toglie dall'imbarazzo di dover mentire al proprio partner: il 38% delle donne italiane ha dichiarato infatti di aver finto almeno una volta l’orgasmo!

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Gli uomini e le donne sono uguali

Lo cantava anche Cesare Cremonini: "Non ci crede più nessuno alla favola di donne chiuse in casa mentre l'uomo va al lavoro". E proprio come gli uomini, le donne pensano al sesso, guardano film porno e si masturbano. A differenza della masturbazione maschile, però, quella femminile è sempre stata vittima di un certo oscurantismo, come fosse qualcosa di sbagliato, depravante, di cui vergognarsi oppure liquidata come inutile, superflua, non necessaria. Nulla di più falso. La masturbazione è naturale e normale per gli uomini e lo è altrettanto per le donne, anche se hanno insegnato loro che non è così. Questo antico stigma è fonte di inibizione e disagio, su qualcosa che invece le donne dovrebbero vivere con assoluta serenità: il rapporto col proprio corpo. Non c'è nulla di cui vergognarsi: bisogna sentirsi liberi di esplorare e provare piacere, senza sentirsi colpevoli.

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