Sfila Philosophy di Lorenzo Serafini: “E’ arrivato il momento di tornare a sognare e a sorridere”
La scuola come luogo di cultura e di formazione, come elemento fondamentale per la crescita personale, come momento della vita importante per poter esprimere la propria creatività. Questa l'idea dalla quale è partito Lorenzo Serafini per creare la nuova collezione Autunno/Inverno 21-22 del brand Philosophy, che ha sfilato a Milano in versione digitale e a porte chiuse nel quarto giorno della Milano Fashion Week. L'ispirazione del designer è chiara fin dal primo look apparso: in passerella sfilano maxi pull, cardigan e maglioni dal profondo scollo a V che ricordano in tutto e per tutto lo stile collegiale. Dettagli preppy si mescolano con elementi glam e anche rock: le minigonne kilt con fantasie scozzesi o a righe si indossano con gli anfibi o accostate a capi in pelle total black, mentre spuntano luccicanti paillettes sui mini dress da sera con le spalle a sbuffo.
A Fanpage.it lo stilista Lorenzo Serafini ha raccontato la sua nuova collezione, rivelando le sue ispirazioni e le idee alla base del processo creativo, parlando della sua poetica come designer che guarda al passato come punto di partenza, come luogo romantico da cui iniziare per proiettarsi nella contemporaneità. Quello che nasce è lo stile di una donna moderna che però non rinuncia mai al romanticismo, di una donna indipendente che esprime ogni lato della sua essenza, da quello sensuale a quello forte.
Qual è stata l’ispirazione per la nuova collezione A/I 21-22 di Philosophy?
Ho ragionato molto sul periodo che stiamo vivendo e una delle mancanze che più mi ha colpito è stata la chiusura delle scuole. Mi sono reso conto di quanto gli anni che ho trascorso a scuola mi abbiano aiutato a formare la mia professionalità di oggi e ci tengo a dedicare la mia sfilata a una scuola immaginaria.
Quali sono i capi must, i colori e i tessuti scelti per la collezione del prossimo inverno?
La sfilata si apre con maglione giallo a collo alto, morbido e over con una grande P applicata. Poi io amo un cappotto verde super vitaminico. Per quanto riguarda i colori c’è tanto blu, nero, rosso e tocchi di fluo sulle borse. Ho voluto che il colore fosse protagonista di questa collezione e l’ho declinato su abiti tricot in lana, gonne kilt in cotone inglese, come quello delle divise dei college, camicie in cotone bianco candido che stanno bene anche gli uomini.
Riguardo agli accessori?
Ho puntato su anfibi verniciati e sulla Moon bag, la nostra borsa a mezza luna, che in questa collezione ha una tracolla a catena argentata o dorata.
Quanto le tendenze ti influenzano nel momento in cui disegni una collezione?
Non penso mai alle tendenze del momento, preferisco guardare al passato e pensare come ciò che mi piace sarebbe indossabile oggi.
Dopo la pandemia nelle collezioni di moda abbiamo visto dominare un mood leisure, comodo e basic. Ci si è spogliati del “superfluo” per sposare un look più essenziale. Quanto secondo te il lockdown ha influenzato e influenzerà il nostro modo di vestire?
Sicuramente quello che viene chiamato “zoomwear” ha influenzato gli acquisti per i mesi trascorsi in casa. Ora penso sia però arrivato il momento di tornare a sognare di indossare qualcosa di più speciale, che ci faccia tornare il sorriso e la voglia di guardarci allo specchio.
Dopo la parentesi di settembre, in cui hanno sfilato le collezioni dal vivo, a causa del Coronavirus si torna a sfilare in digitale. La moda resterà digital o secondo te torneremo ad avere le classiche sfilate?
Spero si torni presto a sfilare dal vivo, l’emozione di uno stilista nel backstage di una sfilata è indescrivibile. Inoltre, non sottovalutiamo l’indotto che la settimana della moda porta a Milano e che in questo febbraio non ci sarà.
Quali sono i valori da cui la moda deve ripartire dopo questo periodo nero?
Qualità del prodotto e servizio al cliente, sia esso fisico o virtuale.
Rispetto agli anni Ottanta, quando è nata Philosophy, com'è cambiata l'idea di femminilità?
La donna Philosophy oggi ha una consapevolezza più adulta nella scelta di cosa indossare e di come mostrare il proprio corpo, con in più un’innata dose di romanticismo, che non può mai mancare.
Hai disegnato la tua prima collezione nel 2015: che impronta hai deciso di dare a Philosophy?
Ho portato con me un forte spirito romantico, un amore per il passato e un occhio sempre proiettato sul presente.
Come coniugare l'idea di donna romantica e sofisticata con quella di donna indipendente, dinamica e moderna?
Penso si coniughino da sole. Essere romantica e indipendente oggi è possibile e naturale. Come essere sofisticata e moderna. Credo che il 2020 sia stato un anno zero anche per la moda, soprattutto riguardo al come si debba concepire la donna, oggi più che mai autonoma e consapevole della sua forza.
Per la tua prima sfilata ti sei ispirato a Brooke Shields, a cui hai dedicato il tuo primo podcast: cosa l'ha resa un'icona ai tuoi occhi?
Avevo 13 anni quando uscì "Laguna Blu", ma lo ricordo come fosse ieri. Con lei ho scoperto la gioia dell’inconsapevolezza della propria bellezza, non c’è nulla che mi affascini di più in una donna. Un’età dell’innocenza, che non è altro che il contrario di ciò che vediamo oggi sui social.
Nei tuoi podcast racconti le Icon Girls: quali sono le donne iconiche che ti ispirano?
Sono quelle che hanno saputo coniugare una forte personalità a un modo di vestire che mi ha colpito. Da Isabella Rossellini a Patty Pravo, donne nelle quali la moda ha usurpato lo stile creando icone in grado di sconvolgere le regole del gioco.
C’è una figura iconica del passato che ti sarebbe piaciuto vestire?
Sicuramente Lady Diana.