Sempre più donne decidono di non avere figli: una scelta tra libertà e incertezza del futuro
Diventare mamma è sempre stata considerata una delle esperienze più belle ed emozionanti che una donna possa provare nella sua vita ma negli ultimi tempi le cose sono cambiate e sono sempre di più quelle che decidono di rinunciare alla famiglia. A dimostrarlo sono i dati Istat, secondo i quali dal 2016 in poi sono in costante aumento le donne "childfree", per la precisione il 45% delle italiane tra i 18 e i 49 anni decide consapevolmente di non avere figli. Si tratta di donne dinamiche, sicure di sé, colte, impegnate nella realizzazione personale e convinte di voler preservare la propria libertà, anche se a influenzare questa scelta è anche l'incertezza economica.
Non volere figli è un atto altruistico
È da diversi anni che il mondo contemporaneo sta vivendo una momento di crisi, il futuro è sempre più incerto e, non potendo assicurare nulla alle nuove generazioni, obbliga le potenziali mamme a rinunciare a una nuova vita da genitore. La pandemia, con tutti i timori e le preoccupazioni che ne conseguono, non ha fatto altro che aggravare la situazione e di sicuro inciderà fortemente sulle scelte relative alla maternità. I figli non sono più visti come una garanzia del domani, come un modo per portare avanti la propria "dinastia", ma piuttosto come una "minaccia" per il futuro, come delle "mine vaganti" messe al mondo nella più totale incertezza. Da questo punto di vista, evitare di concepirli risulta essere un atto altruistico.
Una donna senza figli viene ancora definita "incompleta"?
A differenza del passato, però, non voler diventare mamma non viene vista come una privazione ma come una forma di libertà, un modo per tutelare la propria autonomia, per rivendicare il proprio diritto a esercitare una scelta individuale. Rinunciare alla famiglia diventa una sorta di "trampolino di lancio" per la realizzazione personale. Quello che ci si chiede è: nel 2020 una donna che decide di non volere figli viene ancora considerata "incompleta" oppure si comincia capire che dietro questa sua scelta potrebbe esserci solo un realismo tale da portarla ad ammettere "non posso permettermi di diventare mamma"?