Riti di purificazione e stracci sporchi come assorbenti: quando le mestruazioni sono un vero e proprio stigma
Quando Bojande Nguveren ha avuto le sue prime mestruazioni non aveva minimamente idea di cosa volesse significare quel sangue che le stava macchiando gli indumenti. Era per strada, la commessa di un negozio le aveva fatto notare la gonna sporca e le aveva dato un assorbente: non ne aveva mai visto uno, nessuno nella sua famiglia le aveva mai spiegato cosa fosse il ciclo mestruale. Il silenzio che aveva caratterizzato la sua infanzia ha continuato a essere parte integrante anche del suo matrimonio: con suo marito non si è mai parlato dell’argomento e se voleva acquistare prodotti per l’igiene intima doveva di nascosto sottrarre soldi a quelli che lui le metteva a disposizione per la spesa. Esperienze simili di disagio, imbarazzo e vergogna sono all’ordine del giorno nei Paesi dove non c’è adeguata informazione sull’igiene femminile e c'è ancora molto da fare su questo fronte. Ngulun Comfort, per esempio, non ha mai acquistato assorbenti: per anni ha utilizzato pezzi di stoffa, che continuava a lavare di nascosto, senza mai farne parola in famiglia, perché non sapeva con chi affrontare il discorso per avere spiegazioni. Tutte queste donne hanno vissuto sulla loro pelle lo stigma delle mestruazioni, un tabù che condiziona moltissimo la vita sociale delle donne nigeriane.
Essere donne in Africa: il tabù delle mestruazioni
Falsi miti, leggende, credenze: l'ignoranza mette in pericolo la salute e la vita delle donne, che non hanno accesso a informazioni né hanno a disposizione condizioni igieniche adeguate. Il problema in Nigeria è particolarmente forte soprattutto nelle aree rurali e povere, dove non c’è consapevolezza e non c’è disponibilità di prodotti. Anche l'assenza di dialogo è un problema: gli uomini ritengono che il sangue mestruale porti sfortuna e si tengono alla larga dalle loro mogli in quei giorni, le isolano e le costringono a sottoporsi a riti di purificazione. Il tasso di infezioni e malattie è altissimo. Terscar Akighirga per esempio ormai è in menopausa, ma per anni ha usato vecchi stracci e scarti di stoffa come assorbenti, non potendosi permettere altro, ammalandosi. Da tempo si cerca di fare sensibilizzazione e informazione sull'argomento, per porre fine alla stigmatizzazione del ciclo mestruale e ai tabù ad esso associati. La consapevolezza è il dono più grande che si possa fare a queste bambine, ragazze e donne, affinché non debbano nascondersi, vergognarsi né ammalarsi. Ed è un dono anche per gli uomini, che a loro volta se adeguatamente preparati possono essere d'aiuto alle loro moglie, sorelle e figlie instaurando con loro un dialogo costruttivo. Grazie all'impegno di tante associazioni in prima fila per portare l'argomento mestruazioni nelle scuole e nelle famiglie, sempre più donne stanno gradualmente imparando a parlarne apertamente. Il dialogo e la conoscenza sono fondamentali affinché non ci siano più storie di solitudine e vergogna come quelle di Ngulun Comfort, di Terscar Akighirga e di Bojande Nguveren (raccontate da Vanguard). Conoscere il proprio corpo ed essere in grado di gestire le mestruazioni permette alle donne non solo di tutelare la salute, ma di difendere la propria dignità, per non doversi vergognare per il solo fatto di non essere nate uomini.