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Puericultrice: chi è e per quale motivo è diventata indispensabile per i neogenitori

La puericultrice è l’operatrice socio-sanitaria specializzata nell’assistenza all’infanzia che si prende cura dei bambini da 0 a 6 anni. Segue la loro crescita dal punto di vista psicologico, motorio e ludico, fornendo sostegno e supporto ai genitori che non sanno come gestire i primi mesi di vita dei figli.
A cura di Valeria Paglionico
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La puericultrice è l’operatrice socio-sanitaria specializzata nell’assistenza all’infanzia che si prende cura dei bambini da 0 a 6 anni. Negli ultimi tempi sono moltissime le neomamme che, per ridurre al minimo lo stress nei primi mesi di maternità, ne assumono una, in maniera tale da potersi concedere qualche ora di relax senza avere paura di lasciare il piccolo in mani "inesperte". Una delle prime ad aver lanciato la "moda", rendendo la figura della puericultrice richiestissima, è stata Chiara Maci. Quest'ultima ha più volte spiegato che è proprio grazie a lei che ha avuto la possibilità di farsi delle lunghe dormite e di andare dal parrucchiere, nonostante abbia un figlio di poco più di un mese. Ecco tutto quello che fa una puericultrice e per quale motivo sembra essere diventata indispensabile in famiglia.

Chi è una puericultrice e quali sono le mansioni?

La puericultrice ricopre un ruolo importante e delicato, visto che si occupa di bambini nella fase più delicata della loro crescita, quella da 0 a 6 anni. E' una vera e propria operatrice socio-sanitaria che si prende cura del piccolo dal punto di vista psicologico, motorio e ludico, fornendo sostegno e supporto anche ai genitori che non sanno come gestire i primi mesi di vita dei figli. Grazie a lei e ai suoi insegnamenti si viene infatti a creare un nuovo equilibrio all’interno del nucleo familiare. Dà delle informazioni utili per crescere il neonato senza stress, spiegando quali sono i segreti per interpretare il pianto, per stabilire il giusto rapporto tra veglia e sonno e per affrontare le differenti fasi dello sviluppo. Insomma, è una figura che fa da collante tra bambini e genitori. A partire dal 1940, la professione della puericultrice è diventata riconosciuta dal Ministero della Salute poiché, grazie alle sue competenze neonatali, è in grado di seguire il piccolo nella crescita.

Come si diventa puericultrice?

Il lavoro della puericultrice è consigliato a tutte quelle che amano i bambini poiché devono stare a contatto con loro nei momenti più delicati della crescita. Per intraprendere questa professione basta una semplice licenzia media, non serve andare all'università ma bisogna prendere un diploma da puericultrice riconosciuto dal Ministero della Salute. Il corso dura un anno, cioè 320 ore, può essere seguito a partire dai 16 anni e fornisce sia nozioni pratiche che teoriche. Le discipline affrontate in aula sono fisiologia, neonatologia, assistenza infermieristica, auxologia, alimentazione dietetica infantile, patologia pediatrica cenni, profilassi delle varie affezioni, elementi di legislazione sanitaria e organizzazione dell’assistenza sociale. Per quanto riguarda la pratica, invece, è necessario iscriversi a un tirocinio, solitamente praticato in ospedali, asili nido o in altre strutture convenzionate. Una volta superato l'esame finale, si otterrà la qualifica che permetterà di lavorare nel settore socio-sanitario con specializzazione nell'assistenza all'infanzia. Quanto costano i corsi? Il prezzo base varia dai 3.500 e i 4.500 euro ma è possibile ottenere anche delle borse di studio e risparmiare sulla cifra.

Quali sono gli sbocchi professionali?

Una puericultrice si prende cura dei bambini da 0 a 6 anni ma non può insegnare in un asilo nido pubblico o privato, per diventare maestra è infatti necessario conseguire una laurea in Scienze dell’Educazione. Il diploma da puericultrice consente di lavorare nel campo educativo, affiancando gli insegnanti, di esercitare la propria professione nelle cliniche ostetriche, nei reparti pediatrici degli ospedali e nei servizi ambulatoriali. E' possibile inoltre lavorare come libere professioniste, assistendo a domicilio le famiglie che hanno dei problemi con i figli e aprendo l'apposita Partita IVA. Una puericultrice, inoltre, può aprire anche un asilo famiglia, l'importante è verificare le leggi della propria regione e capire se la cosa è consentita nel paese in cui si vive.

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