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Pregoressia, le parole dell’esperto sull’ossessione per il peso in gravidanza

Eccessiva attenzione a ciò che si porta in tavola e difficoltà a riconoscersi nel corpo che sta cambiando possono essere i sintomi di un malessere. Il professor Stefano Erzegovesi, spiega cosa sono e come affrontare pregoressia e binge eating due disagi legati all’alimentazione che possono colpire le donne in gravidanza.
Intervista al Dott. Stefano Erzegovesi
Primario del Centro per i Disturbi Alimentari dell’IRCCS San Raffaele di Milano
A cura di Francesca Parlato
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Non sempre la gravidanza è un momento semplice da affrontare. Assistere alla trasformazione del proprio corpo può provocare uno straniamento e minare l'equilibrio psichico. E per molte donne il pranzo, la cena e in generale ogni occasione legata al cibo, può diventare un momento di grande tensione, fino a sfociare nella pregoressia, ovvero un disagio alimentare che colpisce proprio le donne in gravidanza. Di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) in Italia ne soffrono circa 3 milioni di persone. E anche se in questo caso non si tratta ufficialmente di una patologia, perché insieme all'ortoressia (una forma di attenzione maniacale verso il cibo) e alla drunkoressia (ovvero smettere di mangiare per poter bere superalcolici senza temere di ingrassare) non è ancora classificato come un disturbo alimentare, la pregoressia, può condizionare la vita e la salute della donna che aspetta un bambino. "La gravidanza è un momento delicato per l'equilibrio alimentare della donna – ha spiegato a Fanpage.it il professor Stefano Erzegovesi, primario del Centro per i Disturbi Alimentari dell’IRCCS San Raffaele di Milano – La natura mette in atto dei meccanismi grazie ai quali, da un punto di vista fisico, le donne hanno la tendenza a conservare le energie per il piccolo che sta crescendo, quindi lo stimolo della fame è più vivace e, allo stesso tempo, c'è una distribuzione della massa grassa più concentrata in certe zone del corpo, legate agli organi riproduttivi, come addome e fianchi. E nel momento in cui il corpo inizia a cambiare possono nascere delle ossessioni relative al peso".

Quando il peso in gravidanza diventa un problema

Simile al cambiamento che ogni donna affronta durante l'adolescenza, quando il corpo muta e perde le sembianze infantili, una donna che aspetta un bambino si trova a dover fare i conti con un corpo che ha difficoltà a riconoscere e che può provocare le reazioni più disparate. Angoscia, irritazione verso alcuni alimenti ritenuti ingrassanti come i carboidrati, eccesso di concentrazione a tavola e poca convivialità, umore instabile, sono tutti segnali di un disagio. "Quando si è eccessivamente focalizzati sul peso e la pancia diventa insopportabile, si può parlare di pregoressia, termine che deriva da pregnancy gravidanza, ed anoressia. Attenzione però – avverte il professore – Non si tratta di un disturbo alimentare vero e proprio, non c'è una classificazione ufficiale. Possiamo definirlo come un malessere che raramente sfocia in un disturbo anoressico vero e proprio. Con questo non si intende sminuirlo, perché chi ha questo tipo di sintomi deve essere ascoltato e soprattutto aiutato". E se da un lato ci sono donne che vivono in maniera ossessiva il proprio peso durante la gravidanza, ci sono anche tante altre donne che sviluppano una ricerca istintiva di cibo fino a perdere il controllo. "In questo caso si tratta di binge eating: si mangia in maniera compulsiva, a volte giustificandosi con la scusa di dover mangiare per due persone. Questo tipo di comportamento è complesso da trattare, ma è importante che si diventi consapevoli del fatto che non si sta mangiando di più perché si è in due, ma che la ragione di questo comportamento attiene tutta alla sfera emotiva".

I rischi di una cattiva alimentazione in gravidanza

I medici e i nutrizionisti sono stanchi di ripetercelo: un buon regime alimentare è indispensabile per preservare la nostra salute. E a maggior ragione questa regola vale per le donne che aspettano un bambino. "Eliminare determinati nutrienti dalla propria dieta, come fanno le donne che soffrono di pregoressia, è estremamente pericoloso. E ricordiamo che la Natura, se quello che viene ingerito è troppo poco, tra la mamma e il bambino, sceglierà sempre di favorire il secondo, impoverendo moltissimo il corpo della madre. Una carenza di vitamine, calcio, ferro o grassi essenziali potrà comportare una maggiore fragilità delle ossa e uno stato di deperimento generale". E i rischi non mancano neanche per chi eccede con l'alimentazione: "Sappiamo che durante la gravidanza il metabolismo tende a conservare le energie, perciò mangiare senza controllo può causare un eccessivo aumento di peso, aumentare il rischio di soffrire di diabete, ipertensione, sindrome metabolica, alterazioni della circolazione. E poi a correre dei pericoli non è solo la madre, perché anche il bambino potrebbe essere predisposto, quando sarà grande, a problemi di sovrappeso, diabete e ipertensione".

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E se si è in cerca di un regime equilibrato adatto per affrontare la gravidanza, non c'è bisogno di andare troppo lontano: la dieta mediterranea è quella ideale. "Fa bene alla psiche e al corpo: è un regime vario, che non prevede alimenti vietati e dove tutti i nutrienti sono perfettamente equilibrati. Troviamo colori e consistenze diverse e soprattutto ci sono carboidrati, proteine, grassi, abbondanti verdure e frutta: una dieta che aiuta a non avere fissazioni per il digiuno e ad evitare attacchi di fame".

Le donne più a rischio

Chi nella propria vita ha sofferto di un disturbo alimentare in maniera più o meno grave, deve stare particolarmente attento quando decide di affrontare una gravidanza: "Da un lato le donne che hanno sofferto di anoressia o bulimia sono più a rischio di altre. Ma dall'altro lato ci sono tantissime donne che, una volta superata la patologia, desiderano con così tanta consapevolezza un figlio che riescono a controllare perfettamente il loro disturbo. Sentono che quella pancia e quei chili in più appartengono ad un'altra vita". E poi ci sono donne, che magari durante l'adolescenza hanno sofferto di un disturbo lieve dell'alimentazione, senza necessariamente aver seguito una terapia o un percorso medico: "Anche queste persone sono particolarmente a rischio perché potrebbero sentirsi spiazzate davanti a un cambiamento così eclatante del proprio corpo". Ma oltre la gravidanza, anche il periodo immediatamente successivo al parto può essere particolarmente delicato: "Chi ha avuto difficoltà ad affrontare la gravidanza, da un punto di vista psicologico, potrebbe aver bisogno di aiuto anche e soprattutto dopo il parto, quando l'equilibrio dell'umore si fa più delicato. Per questo meglio iniziare un ragionamento su un percorso di cura a gravidanza ancora in corso".

Come sostenere le future mamme

Il professionista che meglio può sostenere, almeno in fase iniziale, una donna in gravidanza che soffre di questo tipo di disagio alimentare è il ginecologo. "È la persona, insieme al medico di famiglia, che vede più spesso e che segue con più attenzione la paziente. Già lui potrà dare dei consigli alimentari sulla base del modello mediterraneo. Ed è importante che non trasmetta mai un messaggio troppo impositivo o terroristico, l'importante è che sia chiaro e fermo. Se il problema invece diventa più serio è meglio affidarsi a un'equipe di specialisti in disturbi del comportamento alimentare, che potrà seguire a 360 gradi il percorso della paziente". Accettare il cambiamento del proprio corpo come un fatto naturale, senza giudizi, è un passo indispensabile per vivere la gravidanza in serenità: "Il corpo cambia, non è più bello e non è più brutto. La Natura fa il corso che deve fare, quindi non pensiamo a ‘come sono fisicamente' e diamo priorità al ‘come mi sento'".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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