Porto Cesareo: via la statua di Manuela Arcuri, vincono mogli dei pescatori
Nel 2002, a Porto Cesareo, proprio di fronte al mare, fu innalzata la statua di Manuela Arcuri, simbolo di fertilità e bellezza, soprattutto per le mogli dei pescatori, che in essa avrebbero dovuto riconoscersi. Banda e fuochi di artificio, per festeggiare insieme l’inaugurazione della statua, che, alta un metro 1.75 centimetri, mostrava l’attrice in una versione alquanto composta: capelli sciolti, decolté serioso e cornucopia tra le mani.
Non tutti, però, furono contenti di condividere con quella statua, opera di un artigiano di Copertino, il bel mare di Porto Cesareo: 350 donne del posto firmarono, infatti, una petizione, nella quale si leggeva “Sarebbe stato più onesto chiamarla moglie dell'operatore turistico visto che è quella la categoria direttamente coinvolta”. Il clamore, suscitato dalla statua di Manuela Arcuri, infatti, fu tale che al suo cospetto si indirizzarono molti turisti e, addirittura, si diffuse la voce che anche i paesi vicini avrebbero voluto imitare la scelta dell’allora sindaco di Porto Cesareo Luigi Fanizza: attirare le stesse orde di curiosi con altre statue di donne famose.
Da allora sono trascorsi otto anni, durante i quali diverse le proteste sollevate dalle mogli dei pescatori, nella cui statua, appunto, non si sono mai riconosciute. Si è arrivati, due anni fa, alla decisione di spostare la statua dal lungomare, ma Gianni Ippoliti minacciò di distruggerla con le sue stesse mani piuttosto che vederla dislocata. Così non se ne fece niente.
Dopo tanto fare e disfare, oggi si è giunti alla scelta definitiva di rimuovere la statua dal lungomare di Porto Cesareo per decisione del comune, rappresentato dal primo cittadino Vito Foscarini del centro-sinistra. Conservata in un magazzino del centro sportivo del paese, si è conclusa così la travagliata storia di una delle sculture moderne più chiacchierate.
Danila Mancini