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Pericolo bellezza low cost: tutti i rischi per capelli e unghie

Non sempre low cost è sinonimo di qualità, soprattutto quando parliamo di trattamenti estetici. A dare l’allarme è il dermatologo Fabio Rinaldi che spiega come, negli ultimi mesi, si sia assistito a un vero e proprio boom di persone danneggiate da parrucchiere e centri estetici cinesi.
A cura di Redazione Donna
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Nell'ultimo periodo si è assistito ad un vero e proprio boom di saloni di bellezza low cost: parrucchieri, estetiste, massaggiatori propongono sempre di più servizi a prezzi bassissimi, ma a risentirne è la qualità e ovviamente la sicurezza della persona. Secondo la Cgia di Mestre, tra il 2012 e il 2013 si è assistito ad un aumento del 35% di saloni di bellezza cinesi: non bisogna di certo generalizzare, ma il Dott. Fabio Rinaldi, presidente dell’IHRF – International Hair Research Foundation – e docente alla Sorbona di Parigi, lancia un vero e proprio allarme.

Negli ultimi mesi infatti secondo il dermatologo sempre più persone si sono ritrovate con delle importanti infiammazioni sul cuoio capelluto in seguito a un trattamento cosmetico effettuato in uno di questi nuovi saloni, proprio come era successo a Noemi che dopo una banale tinta aveva subito una grave ustione: "Si parte da un semplice prurito o arrossamento della pelle, sintomi che comunque devono essere curati, per arrivare a infiammazioni di gran lunga più forti che, se trascurate, possono portare all’alopecia cicatriziale e, quindi, a patologie semi-gravi con eventuale caduta importante di capelli”. Le conseguenze quindi sono notevoli: se da un lato facciamo del bene al portafoglio, dall'altro mettiamo a rischio la nostra salute e quella dei nostri capelli.

Ovviamente non è il caso di fare tutta l'erba un fascio, e il rischio di trovare un parrucchiere non professionale esiste anche nei saloni italiani: “Naturalmente – puntualizza il dermatologo – non si deve generalizzare, ma posso quanto meno consigliare di prestare attenzione innanzitutto alle condizioni igieniche del negozio e alla preparazione del personale per poi sincerarsi che gli attrezzi utilizzati per tagliare i capelli o sistemare le unghie siano stati opportunamente sterilizzati con gli appositi apparecchi a raggi UV. Altra cosa fondamentale è farsi mostrare la lista dei prodotti disponibili perché, per esempio, alcuni potrebbero non essere a norma CE (basta leggere sulla scatola) e, in questo caso, non conviene proprio usarli poiché non si sa neanche cosa contengano”.

Non sono solo i capelli ad essere a rischio, ma anche le unghie: spesso in questi centri infatti, vengono proposti dei trattamenti di manicure: quando gli strumenti non sono correttamente sterilizzati e il locale non segue le norme igieniche stabilite si rischia di contrarre il patereccio, ovvero un'infezione che interessa unghie e cuticole. Nell'occhio del ciclone non solo gli strumenti ma anche gli smalti e i solventi che il più delle volte contengono sostanze tossiche molto aggressive. “Se si vuole andare da un parrucchiere cinese, si è assolutamente liberi di farlo, ma è bene almeno essere certi – conclude il Dott. Rinaldi – che offra garanzie minime di sicurezza e affidabilità dei trattamenti erogati e dei prodotti usati, esattamente come si richiederebbe a un parrucchiere italiano”.

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