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Perché scelgo sempre i partner sbagliati? Piccola guida per non ripetere gli stessi errori

All’ennesima storia d’amore fallita, arriva la fatidica domanda: perché sbaglio a scegliere ogni fidanzato? Il problema però non è il partner ma il nostro modo di relazionarci. Abbiamo chiesto allo psichiatra e sessuologo Marco Rossi quali sono gli errori più comuni che commettiamo e come correggerli.
Intervista a Dott. Marco Rossi
Psichiatra, sessuologo e presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale
A cura di Francesca Parlato
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Tutte noi siamo Zoë Kravitz. Anzi più precisamente siamo tutte Robyn Brooks, il personaggio che Kravitz interpreta nella serie tv tratta dal romanzo di Nick Hornby “Alta fedeltà”. Robyn è tutte noi che davanti all’ennesima storia d’amore fallita cerchiamo una risposta alla fatidica domanda “Perché scelgo sempre i partner sbagliati?”. La protagonista (nella versione originale di Hornby il personaggio principale che analizzava le relazioni passate in realtà era un uomo) decide di ripercorrere le sue storie d’amore più importanti per capire dove si nasconde la radice del fallimento. "Purtroppo non sono i partner a essere sbagliati, ma è il modo in cui relazioniamo, il modo in cui amiamo le persone a causare il fallimento delle relazioni" ha spiegato a Fanpage.it lo psichiatra e sessuologo Marco Rossi.

Le relazioni genitoriali

Anziché analizzare uno a uno i nostri partner, anziché convincerci del fatto che forse la nostra anima gemella, si trova nell'altro emisfero, tocca partire da noi. "Il nostro modo di amare dipende, o almeno è molto influenzato, dalle nostre prime relazioni, in particolare quelle genitoriali. Cerchiamo persone affini per tipologia a chi ha avuto un ruolo significativo nella nostra vita e in particolare nella nostra infanzia. Di solito è un genitore, ma non necessariamente". Oltre a cercare alcuni tratti della personalità cerchiamo anche di riprodurre rapporti simili a quelli con cui ci siamo confrontati. "La teoria dell'attaccamento ci dice che in maniera inconscia cerchiamo con il partner un territorio relazionale conosciuto e familiare. Per questo motivo quando continuiamo a sbagliare compagno dobbiamo riferirci al nostro passato". Non sentiamoci in colpa allora se dai nostri sbagli non impariamo nulla. "Purtroppo anche se ne abbiamo la contezza, anche se siamo consapevoli di star replicando uno stato disfunzionale, i nostri input restano quelli e scardinarli è tutt'altro che facile".

Le tre tipologie di attaccamento

Il nostro modo di costruire una storia d'amore può essere in qualche modo sempre ricondotto a una macrocategoria. "Diciamo che andando a semplificare esistono tre modalità di relazionarci, tre tipologie di attaccamento: lo stile sicuro, quello evitante e quello ansioso". Inutile dire che quello sicuro è il massimo a cui aspirare se cerchiamo una storia stabile. "Un rapporto equilibrato, sano, un legame duraturo, basato sul rispetto e sulla capacità di poter contare su sé stessi e sul proprio partner". Il timer della bomba a orologeria scatta quando un ansioso e un evitante si incontrano. "È l'incastro più tipico che può capitare. Un evitante, che tende a non lasciarsi mai andare, a non farsi coinvolgere emotivamente, si combina con un ansioso che invece ha bisogno di continue conferme, di continue rassicurazioni". L'evitante fugge e l'ansioso lo rincorre.

La sindrome dell'io ti salverò

Oltre alle modalità di attaccamento esistono anche altri grandi e comuni leitmotiv che caratterizzano la scelta di un partner. "Ad esempio ci sono le persone che vivono con la famosa idea dell'io ti salverò, che credono di poter cambiare le persone con cui stanno e per questo si avvicinano quasi sempre a soggetti problematici che quasi sempre rischiano di farli annegare con loro". Per non parlare di un altro grande classico come il bel tenebroso. "Anche se li riconosciamo e siamo prevenuti rispetto alla tipologia di soggetti che sappiamo che ci hanno fatto soffrire, ricadere nello stesso errore è facile. E ci infatueremo di nuovo del bel tenebroso, l'evitante per eccellenza". Poi ci sono le persone che tendono a scegliere sempre partner già impegnati, si tratta di un modo per evitare di lasciarsi andare troppo. "C'è chi invece punta tutto sul sesso, credendo che l'accettazione passi per questo piano. Si tratta di abili amanti o seduttori che poi non si mettono in discussione sul piano dei sentimenti".

Dagli errori non sempre si impara

Del fatto che scegliamo sempre gli stessi partner, che mettiamo in piedi sempre relazioni di un certo tipo, possiamo anche accorgercene da sole. Ma da questi errori si impara qualcosa? "È difficile, si tratta di un mix di elementi – spiega lo psichiatra – Oltre alle caratteristiche della personalità, la tendenza a ripeterci deriva dal fatto che si tratta di schemi appresi sin da bambini che replichiamo perché li conosciamo perfettamente e crediamo siano l'unico modo di relazionarci possibile". In alcuni casi, se costruire una relazione sana diventa davvero problematico, il ricorso a una terapia può rivelarsi davvero utile. "La terapia, il confronto con un interlocutore che sappia guidarci può aiutare, ma necessita sempre di un impegno. Non si può pensare che sia qualcun altro a risolvere il problema". Imparare a ragionare in maniera lucida sul passato, riconoscere cosa è o non è un segno d'amore sono i primi passi per la costruzione di una storia e per un maggior benessere personale. "Bisogna avere il coraggio di cambiare, spesso manca perché il passato e tutti i suoi schemi ci rassicurano, ci danno conforto. Invece è importante non avere paura di correre questo rischio e non temere i cambiamenti". Possiamo iniziare a lavorare subito su noi stessi, così ci facciamo trovare pronti per quando finirà il lockdown.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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