Perché è utile parlare ai neonati: l’importanza del baby talk tra genitori e figli
Parlare ai neonati serve. Sbaglia chi pensa che sia inutile perché "tanto non capiscono". È stato infatti scientificamente provato che parlare con i bambini, anche di pochi mesi, può migliorare lo sviluppo delle loro funzioni cerebrali. "Ci sono numerosi studi che attestano l'importanza del parlare con il neonato sin dai primi giorni – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Elisa Marcheselli psicologa e psicoterapeuta – Dialogare con i bambini, anche se molto piccoli, contribuisce allo sviluppo delle funzioni cognitive e a migliorare la plasticità neuronale".
Il linguaggio da usare coi bambini
In inglese si chiama Baby Talk, in italiano viene tradotto con maternese o madrese, è un termine della psicologia evolutiva che sta ad indicare proprio la lingua e le modalità con cui gli adulti si rivolgono ai più piccoli. Tono di voce teatrale, linguaggio particolarmente enfatico, soprannomi e nomignoli scherzosi: "Quando parliamo con un neonato (ma anche con un cucciolo) utilizziamo parole con suoni amplificati oppure intercalari che fanno sì che la comunicazione (soprattutto quella non verbale) diventi più colorata e attrattiva". Se utilizzare toni speciali o espressioni facciali quasi caricaturali può essere utile per far comprendere al bambino uno stato d'animo e per accentuare alcuni aspetti della conversazione, decisamente meno utile è inserire in un discorso o in una frase, parole storpiate, strane o inventate. "Costerebbe decisamente troppo sforzo al neonato. Anche se è piccolo e non ne capisce il significato, crescendo farà doppia fatica ad apprendere le parole giuste. Baby talk non vuol dire stravolgere la lingua. Modificare la voce e il suono, caricare il ritmo con cui parliamo è giusto e ci verrà assolutamente naturale, ma attenzione a usare parole chiare e comprensibili". Quando si parla con un neonato l'importante è comunque sforzarsi di avere un linguaggio normale, anche se si pensa di non essere compresi. "Il linguaggio ha delle componenti non verbali in grado di toccare tutte le corde dell'emotività. E contribuisce a un corretto sviluppo di tutte le funzioni cognitive"
Favole e canzoni: cosa raccontare ai neonati
Leggere la favola della buonanotte non è utile soltanto ai bambini più grandi. "Si possono leggere fiabe, filastrocche anche ai neonati, usando toni dolci e allegri. Non è importante che ne capisca il significato, ma si tratta di attività che possono stimolarne l'emotività". Il linguaggio serve anche a spiegare ciò che sta succedendo. "È il precursore della capacità di creare azioni e comportamenti. Con i bambini cerchiamo di adottare un linguaggio chiaro e lento e spieghiamo quello che facciamo. "Ti sto facendo il bagnetto", "Ti sto cambiando". Quando iniziano a crescere parliamogli delle parti del corpo, diamo un nome alle cose. Ovviamente partendo dalle azioni primarie con cui crescendo si dovrà confrontare, come il vasino o i bisogni". Anche ballare e cantare con il bambino in braccio è funzionale allo sviluppo delle funzioni cerebrali. "In questo modo si connettono linguaggio e attività motoria". Infine, se ne abbiamo la possibilità, cerchiamo di far ascoltare anche suoni e storie in altre lingue. "Aumenterà in maniera significativa la plasticità cerebrale. Nelle famiglie dove si usano due lingue forse il bambino inizierà a parlare in ritardo perché avrà più informazioni da immagazzinare, ma crescerà con una marcia in più".