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Perché è utile parlare ai neonati: l’importanza del baby talk tra genitori e figli

Sono in molti a credere che parlare ai neonati sia inutile perché tanto non possono comprendere il significato delle parole. Diversi studi scientifici confermano invece l’importanza di parlare coni bambini fin dai primi giorni di vita. La psicologa e psicoterapeuta Elisa Marcheselli ci spiega perché e quale è il modo giusto per rivolgersi ai più piccoli.
Intervista a Dott.ssa Elisa Marcheselli
Psicologa e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Parlare ai neonati serve. Sbaglia chi pensa che sia inutile perché "tanto non capiscono". È stato infatti scientificamente provato che parlare con i bambini, anche di pochi mesi, può migliorare lo sviluppo delle loro funzioni cerebrali. "Ci sono numerosi studi che attestano l'importanza del parlare con il neonato sin dai primi giorni – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Elisa Marcheselli psicologa e psicoterapeutaDialogare con i bambini, anche se molto piccoli, contribuisce allo sviluppo delle funzioni cognitive e a migliorare la plasticità neuronale".

Il linguaggio da usare coi bambini

In inglese si chiama Baby Talk, in italiano viene tradotto con maternese o madrese, è un termine della psicologia evolutiva che sta ad indicare proprio la lingua e le modalità con cui gli adulti si rivolgono ai più piccoli. Tono di voce teatrale, linguaggio particolarmente enfatico, soprannomi e nomignoli scherzosi: "Quando parliamo con un neonato (ma anche con un cucciolo) utilizziamo parole con suoni amplificati oppure intercalari che fanno sì che la comunicazione (soprattutto quella non verbale) diventi più colorata e attrattiva". Se utilizzare toni speciali o espressioni facciali quasi caricaturali può essere utile per far comprendere al bambino uno stato d'animo e per accentuare alcuni aspetti della conversazione, decisamente meno utile è inserire in un discorso o in una frase, parole storpiate, strane o inventate. "Costerebbe decisamente troppo sforzo al neonato. Anche se è piccolo e non ne capisce il significato, crescendo farà doppia fatica ad apprendere le parole giuste. Baby talk non vuol dire stravolgere la lingua. Modificare la voce e il suono, caricare il ritmo con cui parliamo è giusto e ci verrà assolutamente naturale, ma attenzione a usare parole chiare e comprensibili". Quando si parla con un neonato l'importante è comunque sforzarsi di avere un linguaggio normale, anche se si pensa di non essere compresi. "Il linguaggio ha delle componenti non verbali in grado di toccare tutte le corde dell'emotività. E contribuisce a un corretto sviluppo di tutte le funzioni cognitive"

Favole e canzoni: cosa raccontare ai neonati

Leggere la favola della buonanotte non è utile soltanto ai bambini più grandi.  "Si possono leggere fiabe, filastrocche anche ai neonati, usando toni dolci e allegri. Non è importante che ne capisca il significato, ma si tratta di attività che possono stimolarne l'emotività". Il linguaggio serve anche a spiegare ciò che sta succedendo. "È il precursore della capacità di creare azioni e comportamenti. Con i bambini cerchiamo di adottare un linguaggio chiaro e lento e spieghiamo quello che facciamo. "Ti sto facendo il bagnetto", "Ti sto cambiando". Quando iniziano a crescere parliamogli delle parti del corpo, diamo un nome alle cose. Ovviamente partendo dalle azioni primarie con cui crescendo si dovrà confrontare, come il vasino o i bisogni". Anche ballare e cantare con il bambino in braccio è funzionale allo sviluppo delle funzioni cerebrali. "In questo modo si connettono linguaggio e attività motoria". Infine, se ne abbiamo la possibilità, cerchiamo di far ascoltare anche suoni e storie in altre lingue. "Aumenterà in maniera significativa la plasticità cerebrale. Nelle famiglie dove si usano due lingue forse il bambino inizierà a parlare in ritardo perché avrà più informazioni da immagazzinare, ma crescerà con una marcia in più".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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