“Penso ogni giorno a lei”: la madre surrogata che rivuole la sua bimba
Ai giorni nostri è sempre più complesso avere dei bambini e sono molte le donne che si offrono come madri surrogate e che “affittano” i loro corpi per dare un figlio a delle coppie sterili. Ciò che più ci si chiede è: come fa una mamma a dare un bimbo che ha generato in adozione e che succede se si cambia idea? E’ proprio quanto accaduta a Wendy Reid, una ragazza di 28 anni, diventata madre surrogata nel 2012.
La donna aveva già una figlia di 5 anni, Lucy, ed ha cominciato a pensare quanto doveva essere tremendo per una coppia non avere dei bambini in casa. Dopo averne parlato con il suo compagno James, di 23 anni, si è registrata su un sito per mettere il suo utero “in affitto” e pochi giorni dopo è stata contatta da Jane e William, una coppia che a causa di alcuni problemi di salute non poteva avere figli. Wendy ha così pensato di fare una buona azione e di mettersi a loro disposizione. E’ stata pagata 7mila dollari per coprire tutte le spese mediche ed inoltre aveva raggiunto un accordo particolare, avrebbe potuto vedere la bambina ogni settimana. La gravidanza è stata tranquilla ed ha dato alla luce Emily, che oggi ha 2 anni. Se in un primo momento Wendy non ha provato nessun sentimento per la bambina, una volta che le è stata tolta dalle braccia ha sentito una sensazione di vuoto immenso.
Ha cominciato a diventare ossessiva nei confronti della piccola, soprattutto quando la vedeva ogni settimana, tanto che Jane e William le hanno detto di non volerla più rivedere. Addirittura si è rifiutata di firmare il foglio dell’adozione ed ha chiesto la custodia di Emily, soprattutto dopo che ha scoperto che la coppia aveva già altri due figli ormai grandi e che le aveva raccontato una storia commovente solo per avere un'altra bambina. La custodia le è stata negata ed ha dichiarato: "Penso ogni giorno a lei". Oggi, la donna consiglia a tutte quelle che vogliono diventare madri surrogate di pensarci bene prima di prendere una scelta del genere, potrebbe essere estremamente traumatica.