Oggi è la giornata dell’orgasmo femminile: 3 cose che ancora non sai sul piacere delle donne
È l'acme, il culmine, il momento di piacere massimo. Dura pochi secondi ma coinvolge tutto il corpo, il cuore batte più forte, aumenta la sudorazione, le gote arrossiscono, la pressione aumenta e l'utero, il pavimento pelvico e i muscoli dell'ano si contraggono tutti allo stesso ritmo procurando una sensazione di benessere esplosiva. Si tratta dell'orgasmo femminile, di cui, anche se se ne parla tantissimo e a tratti sembra un argomento assolutamente sdoganato, se ne sa ancora troppo poco. E forse è per questo che al piacere femminile è dedicata un'intera giornata (8 agosto). Molte donne infatti, a volte pur avendo una vita sessuale soddisfacente, raramente o addirittura mai raggiungono l'orgasmo. "Ci sono ancora molti tabù legati al piacere femminile – ha spiegato a Fanpage.it Maria Claudia Biscione, psicoterapeuta e sessuologa – Giornate come queste servono proprio per ricordare alle donne l'importanza della salute sessuale femminile che passa dalla consapevolezza e dalla conoscenza di sé, dei propri desideri e dal non avere paura di sentirsi giudicate sul modo in cui si vive il proprio piacere".
Orgasmo femminile: per raggiungerlo bisogna parlare
In inglese si definisce "the pleasure gap", la differenza del piacere, ancora oggi infatti le donne raggiungono meno facilmente l’orgasmo rispetto agli uomini e le ragioni sono di diverso ordine. “Intanto perché gli uomini danno per scontato che una volta raggiunto il loro orgasmo anche le donne siano soddisfatte. Magari è stato un rapporto piacevole, ma non è detto che anche le donne abbiano raggiunto il picco”. Per questo, per iniziare a colmare questo gap, la comunicazione è assolutamente necessaria. "Ogni donna ha un modo diverso di raggiungere l'orgasmo, con la penetrazione, con la masturbazione, con la stimolazione dei seni o ancora semplicemente con la mente e la fantasia. Ognuna di noi può attraverso delle stimolazioni piacevoli, che non sono uguali per tutte, produrre una risposta orgasmica. Per questo è assolutamente indispensabile parlarne. Esprimere con sincerità i propri desideri e le proprie voglie è importantissimo, non solo per le coppie di lunga data, anche per quelle giovani". Parlare delle proprie voglie è sinonimo di libertà. "È una forma di assertività femminile necessaria per esprimere ciò che si desidera". Ma se le donne hanno difficoltà ad esprimere i propri desideri è perché fino a poco tempo fa venivano giudicate aggressive o troppo disinibite. "Liberiamoci di tutto questo, non dobbiamo aver paura di fare presente al nostro partner i nostri stati d'animo. Guidiamolo, senza vergognarci e senza pensare che potrebbe sentirsi offeso o deluso, in modo che ci procuri piacere". Il comportamento del partner davanti alle nostre richieste ci dirà anche molto sulla relazione. "Se abbiamo un partner che gioca con noi, che è libero, che capisce i nostri bisogni, che non li giudica vuol dire che la nostra è una relazione sana, altrimenti, se se ne frega, vuol dire che qualcosa in questo rapporto proprio non va".
Non solo penetrazione
E a proposito di guidare il partner verso i propri desideri, c'è un dato interessante che riguarda il fatto che la penetrazione non è affatto l'unico modo per raggiungere l'orgasmo. Secondo una recente ricerca nelle coppie eterosessuali le donne raggiungono meno frequentemente l'orgasmo rispetto a quelle omosessuali: "Questo avviene perché esiste uno stereotipo legato alla penetrazione, per cui l'orgasmo si raggiunge soltanto in questo modo. In realtà le donne raggiungono il piacere in modi diversi come abbiamo detto prima, innanzitutto attraverso la stimolazione clitoridea" chiarisce Biscione. "Fino a poco tempo fa le donne che arrivavano all'orgasmo attraverso la masturbazione addirittura si sentivano sbagliate. Oggi, che dovremmo aver sdoganato questa credenza, sappiamo che l'orgasmo intanto è unico e deriva proprio dalla zona intorno al clitoride che recepisce gli stimoli di tutte le zone erogene del corpo, genitali e non, e da lì scarica la risposta orgasmica". Ma anche in questo caso è importante conoscere il proprio corpo, i propri centri del piacere. "Per trarre benessere dal sesso e arrivare anche all'orgasmo è intanto necessario rompere i tabù con sé stesse. Partire dal concetto che ogni modo per raggiungere l'orgasmo è sano. Poi dobbiamo imparare a conoscerci: molte donne non chiedono perché non sanno. Andiamo alla scoperta del nostro corpo, anche con la masturbazione, in modo da poter guidare il nostro partner nei momenti di intimità". Le coppie omosessuali raggiungono con più facilità l'orgasmo proprio per questi motivi. "I canali di conoscenza reciproca sono diversi e poi nelle coppie omosessuali la penetrazione non è l'elemento fondante. C'è una naturale predisposizione alla scoperta del corpo e delle zone erogene, c'è un'emotività differente, ci sono meno incomprensioni, meno imbarazzo rispetto ai rapporti eterosessuali. Una donna sa come arrivare e sa come stimolare il clitoride".
Addio punto G: puntiamo tutto sulla zona CUV
E se fino ad oggi siamo sempre stati convinti che indispensabile per l'orgasmo femminile fosse il raggiungimento del punto G, ora sappiamo che c'è una zona più ampia che, se stimolata adeguatamente, è in grado di procurare piacere. "Si chiama zona CUV o complesso clito-uretro-vaginale – spiega la sessuologa – E interessa tutta la zona dietro il clitoride, è una parte molto innervata (circa 8000 terminazioni nervose) e anche molto spugnosa. Se stimolata e non trattenuta favorisce orgasmi molto intensi". E quest'area ci conferma tutto quello precedentemente detto a proposito di penetrazione. "È un'area con talmente tanti punti da poter stimolare che ci fa capire come l'orgasmo femminile sia complesso e che non può essere mortificato dall'idea che sia raggiungibile soltanto con la penetrazione". Bisogna immaginare la sessualità come un contenitore che va continuamente esplorato e indagato. "Divertiamoci, sperimentiamo, non sentiamoci giudicate, raccontiamo i nostri desideri e non lasciamo mai dirci da nessuno come funzioniamo e da cosa dovrebbe o non dovrebbe derivare il nostro piacere. La libertà sessuale passa sempre per la soggettività".