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Misofonia, il 20% della popolazione è intollerante ai rumori

La misofonia è una forma di intolleranza ad ogni tipo di rumore, anche quelli innocui come lo sbadiglio o gli scatti della penna. Il 20% della popolazione ne soffre e non ne è neppure a conoscenza. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su un disturbo del genere.
A cura di Valeria Paglionico
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Vi è mai capitato di essere infastiditi da un suono in particolare, magari innocuo come la voce di un amico o gli scatti della penna? Si chiama misofonia, letteralmente significa “odio per i suoni” ed è una forma di intolleranza ad ogni tipo di rumore. Si tratta di un disturbo del sistema nervoso centrale che causa reazioni spropositate di rabbia e irritazione a certi suoni come la masticazione, uno sbadiglio o i denti che spezzano il pane. Circa il 20% della popolazione ne è affetta e non ne è neppure consapevole.

E’ un disturbo lieve, che però impedisce di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Visto che è una patologia poco conosciuta, tutti coloro che ne soffrono hanno creato spontaneamente dei siti per scambiarsi opinioni ed esperienze. I suoni più fastidiosi sarebbero il gesso sulla lavagna, il rumore di chi mangia la zuppa o di chi mastica chewing gum, il tagliarsi le unghie, gli scatti della penna, il tirar su col naso, lo scrocchiare delle dita e gli sbadigli ad alta voce. Secondo l’Academic Medical Center di Amsterdam, chi soffre di questo disturbo si sente disgustato, infuriato o frustrato quando sente determinati rumori. La patologia colpisce, nel 91% dei casi, nell’età adolescenziale e solitamente è ereditaria.

Giovanni Ralli, professore di otorinolaringoiatria e audiologia all'università La Sapienza di Roma, ha dichiarato: "L'apparato uditivo è sotto controllo del cervello. Basti pensare a chi russa: le sue orecchie ovviamente percepiscono il rumore, ma c'è qualcosa nel cervello che esclude e permette di continuare a dormire". Secondo lui, a causare tutto questo sarebbe il sistema limbico, cioè quello che registra le emozioni. Quando un suono sarà avvertito in un contesto sgradevole, il sistema limbico lo etichetterà come sgradevole tutte le altre volte che lo ascolterà.

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