Micol Di Segni, campionessa MMA: Una donna che lotta sul ring? È ancora uno sport per soli uomini
Si chiamano MMA (Arti Marziali Miste) e se si cercano foto in rete si trovano soprattutto immagini di uomini che combattono. In effetti fino a una ventina di anni fa questa disciplina era esclusivamente maschile e considerata in termini di "persone rissose che praticano la violenza". Poi l'interesse è cresciuto sempre più tra le donne, che si sono accostate a questo sport. C'è stato un notevole innalzamento nel livello del MMA femminile, con fighter che hanno saputo distinguersi, imporsi e fare la storia, abbattendo un bel po' di cliché in riferimento alla figura femminile nella gabbia. Uno dei volti più iconici è tutto italiano e vanta un titolo prestigiosissimo: Micol Di Segni, infatti, è stata la prima italiana a vincere il titolo di Campione del Mondo IMMAF a Las Vegas nel 2015, dopo la medaglia di bronzo dell'anno precedente. La 33enne romana, conosciuta col nome d'arte Eden Von Hell, è anche un'apprezzatissima Suicide Girl, protagonista di servizi fotografici internazionali pubblicati anche sulle note riviste Men's Health e GQ. A Fanpage.it si è raccontata sia come fighter che come modella.
Chi sono le Suicide Girls
Modella e fighter: sono le due anime di Micol di Segni, che si riconosce in entrambi questi ruoli e li ritiene perfettamente capaci di convivere come se si completassero a vicenda. Si sente se stessa tanto in gabbia quanto davanti alla macchina fotografica, anzi ha precisato: «Mi sento molto femminile quando combatto e molto fighter quando sono davanti alla fotocamera». A Fanpage.it ha spiegato cosa significa essere una Suicide Girl: «SuicideGirls.com rappresenta un ideale di bellezza alternativa e fuori dagli schemi, lasciando la possibilità alle ragazze di scegliere costumi, trucchi, capelli, piercing, tatuaggi per i loro fotoshooting. Dà la possibilità a qualsiasi ragazza fuori dagli schemi della moda tradizionale di poter vivere il sogno di essere modella». Questa avventura è cominciata nel 2007 mentre nel 2014 ha debuttato nelle MMA, arrivando a conquistare un titolo mondiale, ma si è dovuta scontrare spesso con un certo maschilismo e con la convinzione che il suo sia uno sport violento.
«Ci tengo a mostrare quanto sono donna»
Oggi il livello del MMA femminile è molto alto rispetto al passato, anche se sono ancora poche le donne che si accostano a questa disciplina per lo meno in Italia. Micol ha avuto modo di allenarsi anche negli Stati Uniti, vista la carenza di atlete professioniste con cui allenarsi qui: una decina, tutte di pesi diverse e sparse in giro per il Paese. Lì la situazione è completamente diversa: «Col fatto che ci sono più atlete e che arrivano a livelli più alti vengono considerate esattamente come gli uomini: atleta. Senza sesso, senza preferenza, senza pregiudizi. Qui la mentalità è ancora un po' chiusa: ancora è visto come una donna che fa un lavoro da uomini, una donna che picchia come un uomo, che vuole essere come un uomo». Micol non si riconosce in questa visione e come lei anche le sue colleghe: «Ci teniamo a sottolineare il nostro lato femminile, a portare i capelli lunghi, truccarci, mettere i tacchi al peso. Ci tengo a mostrare quanto sono donna sia dentro che fuori la gabbia. È importante non perdere la propria identità. Se una si sente femminile è giusto che ribadisca la propria femminilità».
Essere una donna che pratica MMA
«Non mi piace l'idea che una donna debba provare a combattere come un uomo. Penso che una donna debba combattere come una donna, perché non abbiamo nulla da invidiare agli uomini» ha spiegato Micol nell'intervista. Lei, che in questo mondo c'è da tanto tempo, è convinta che le donne possano dare tanto in questa disciplina e proprio perché ne stanno prendendo consapevolezza lo sport si sta molto evolvendo: «Le donne sono più aggressive, non mollano mai, non fanno mai un passo indietro. Adesso si arrivano a vedere match femminili che sono quasi di livello più alto di tanti match maschili, mentre prima c'era lo stigma che i match degli uomini erano belli da vedere mentre le donne si azzuffavano e basta». Questo è un altro falso mito duro a morire: tanti accostano le MMA alla pratica della violenza, ma in realtà è un combattimento che si avvale di un regolamento rigido da rispettare: «Ha poco a che vedere con la lotta da strada o con uno scontro che può avvenire in un bar il sabato sera». A parte il maschilismo con cui si è dovuta scontrare, a lei questo sport ha regalato emozioni, soddisfazioni e nuove consapevolezze. A dispetto di quanti l'hanno accusata di volersi solo fare le foto con la faccia da cattiva da pubblicare su Instagram, per lei le MMA sono una «scelta di vita». Una scelta mossa dalla passione e dal talento, una scelta da atleta: senza sesso, senza preferenza, senza pregiudizi.