Meno unioni e più separazioni. Ecco come cambia il matrimonio in Italia
I film sui matrimoni sono innumerevoli e se in Italia andiamo avanti così, potremo vedere gli splendidi abiti bianchi sono sul grande schermo. Mentre nascono nuove idee per il matrimonio (come il Wedding Dog Sitter), le unioni religiose infatti sono sempre. Lo rivelano gli ultimi dati raccolti dall’istituto statistico Istat. Aumentano quindi le coppie che decidono di sposarsi davanti all’ufficiale di stato che passano da 79.000 a 83.000 circa, mentre calano le nozze con rito religioso da 138.000 a 126.000 circa, anche se sono ancora il 60% se si considera l’Italia nella sua totalità.
Nelle regioni del Nord il matrimonio civile ha fatto il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa. Nelle regioni meridionali prevale il modello tradizionale, con il 76,3% dei matrimoni celebrati con rito religioso, che restano ancora in leggero vantaggio anche al centro con il 50,1%. Ma da cosa dipende questo dato? Le nuove generazioni forse danno meno importanza al gesto compiuto con i sacramenti religiosi. Il grande numero di divorzi avrà anche contribuito. Le separazioni sono aumentante del +2,6%, mentre sono diminuiti di poco i divorzi (-0,5%).
Migliorano invece gli accordi sull’affidamento dei figli. In crescita è infatti il numero di minori per i quali viene stabilito l’affido congiunto, che è la soluzione più diffusa sia in caso di separazione (89,9%) e anche di divorzio (73,8%). Diminuisce quindi il ricorso alla custodia esclusiva alla madre, che fino al 2006 era la formula più frequente. Interessante è il dato che riguarda le nascite. Nonostante la crisi infatti, nel 2011, il numero di figli per donna si attesta a 1,42, in lieve aumento; l’età media del parto in Italia invece è di 31,3 anni.