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Marie Kondo, lo shop online della guru del riordino indigna il web: promuoverebbe il consumismo

Marie Kondo è la guru del riordino diventata famosa grazie al programma di Netflix in cui dà consigli per ritrovare la felicità con il decluttering. Di recente è finita al centro delle polemiche per aver debuttato con uno store online. Quest’ultimo sarebbe in opposizione alla sua filosofia di vita zen, favorendo il consumismo più spietato.
A cura di Valeria Paglionico
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Si chiama Marie Kondo, ha 35 anni, è di origini giapponesi e di sicuro saranno molti quelli che la conoscono bene, visto che è la star della serie Netflix "Facciamo ordine con Marie Kondo", nella quale dà agli spettatori consigli per riordinare casa in modo impeccabile. Ha elaborato il cosiddetto metodo KonMari, un sistema per riorganizzare gli spazi abitativi liberandosi degli oggetti superflui. L'obiettivo? Migliorare la qualità della propria vita, dicendo addio a tutto quello che non riesce ad accendere la gioia. Di recente è però finita al centro delle polemiche per aver contraddetto la sua filosofia di vita debuttando con un e-commerce che non farebbe altro che favorire il consumismo più spietato.

La risposta di Marie Kondo alle critiche

La guru giapponese ha debuttato con un negozio online sul suo sito web KonMari.com e ha messo in vendita più di 100 prodotti per la casa. Ci sono la shiatsu stick da circa 11 euro, le pantofole in pelle fatte a mano a Tokyo da 186 euro, fino ad arrivare a un portautensili da cucina in ottone da quasi 250 euro. Lo shop è diviso in 7 categorie, aromaterapia, bagno, libri, cucina, arredamento, intrattenimento, riordino, organizzazione, e, nonostante spedisca solo negli Stati Uniti, ha registrato subito un vero e proprio boom di vendite. L'unico piccolo inconveniente è che promuoverebbe il consumismo sfrenato, andando contro i principi alla base del metodo KonMari. Se quest'ultimo spingeva a disfarsi degli oggetti inutili per ritrovare la serenità, dall'altro l'e-commerce inviterebbe gli utenti a fare shopping e a sostituire quelle vecchia cianfrusaglie con qualcosa di nuovo. Come si è giustificata la Kondo? Accusata di incoraggiare gli acquisti eccessivi, ha semplicemente spigato che l'importante non è tanto avere una casa semivuota, quanto piuttosto circondarsi di oggetti che suscitano buone sensazioni.

Perché il metodo KonMeri non convince più nessuno

Marie Kondo è la guru giapponese diventata famosa in tutto il mondo nel 2011 grazie alla serie tv che Netflix le ha dedicato e fin dal debutto è sempre stata definita la "salvatrice del mondo occidentale". Ispirandosi al Giappone, il paese convenzionalmente più ordinato, pulito e disciplinato al mondo, ha dato vita a dei metodi risolutivi per alleggerirsi e per disfarsi di tutto ciò che non serve più. Così facendo, ha spinto moltissimi dei suoi seguaci a stravolgere le loro abitudini quotidiane, mettendo in atto delle vere e proprie battaglie contro la schiavitù del consumismo. L'obiettivo? Riscoprire se stessi e ritrovare la felicità. Insomma, ha trasformato il decluttering in un vero e proprio esercizio dell'anima. Con lo shop online, però, ha perso questa sua aura nobile e spirituale, piegandosi al capitalismo più spietato, visto che l'unico scopo delle vendite è guadagnare. È chiaro dunque che l'e-commerce non solo è in totale contrapposizione alla filosofia zen che ha sempre caratterizzato il metodo KonMari ma dà anche l'idea che la guru voglia "imporre" ai seguaci quali sono gli oggetti capaci di infondere gioia. Del resto, credere che basti buttare qualche cianfrusaglia per essere felici non è forse solo un'illusione?

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