Krizia, la stilista audace che rivoluzionò il prêt-à-porter italiano
Con la sua voglia di sperimentare e la sua moda democratica accessibile a tutte, Krizia ha contribuito alla nascita del grande sistema del prêt-à-porter italiano: la sua storia ora viene raccontata dalla serie tv Made in Italy, un racconto a puntate sulle origini del mito dello stile italiano già disponibile su Amazon Prime Video e in onda da stasera su Canale 5. Episodio dopo episodio il pubblico incontrerà nomi noti e meno noti che hanno fatto la storia di questo settore: Giorgio Armani, Walter Albini, Ottavio e Rosita Missoni. Nella fiction Mariuccia Mandelli (in arte Krizia) è interpretata da Stefania Rocca. Nel secondo episodio la protagonista dello show, la giornalista in erba Irene Mastrangelo (Greta Ferro) assiste a uno degli show più rivoluzionari della stilista Krizia: la presentazione dei celebri hot pants a scacchi, una vera e propria scossa in un sistema che prediligeva abiti eleganti e sofisticati.
La storia di Krizia, la maestra con la passione per la moda
Maria Mandelli – per tutti Mariuccia – nacque nel 1925 a Bergamo: amante dei vestiti sin da piccola, dopo aver studiato in Svizzera tentò (e vinse) il concorso per diventare maestra. Ma non era l'insegnamento la sua strada: con l'amica Flora Dolci aprì un piccolo laboratorio in cui produrre gonne e maglie dalle linee semplici. Nella fiction è la stessa stilista a ripercorrere quel periodo: anni in cui riempivano le valigie di abiti da piazzare nelle varie boutique in ogni angolo d'Italia, senza sapere se lo sforzo sarebbe mai stato ripagato. La svolta arrivò con una giornalista di Grazia che, innamoratosi delle sue creazioni, parlò di lei sulla rivista. Da lì in poi la sua carriera fu tutta in ascesa. Il nome del suo brand è preso in prestito da un dialogo incompiuto di Platone sul tema – neanche a dirlo – della vanità femminile.
La rivoluzione di "Crazy Krizia"
Come si vede bene nella serie Made in Italy, Krizia contribuì notevolmente alla nascita del prêt-à-porter italiano: fu tra i primi a sfilare a Milano, che presto avrebbe rubato a Firenze lo scettro di capitale della moda. In un momento in cui la moda guardava soprattutto all'haute couture e agli abiti da sera, Krizia disegnava linee più semplici da portare, pronte per entrare nel guardaroba delle sue clienti. Amava sperimentare con i materiali: gomma, cuoio, paglia. Tutto nelle sue mani diventava strumento al servizio del corpo femminile: per il suo stile eclettico la stampa americana la soprannominò "Crazy Krizia". Il suo ideale di donna era libero e guardava al futuro: erano gli anni dell'emancipazione femminile e dello sconvolgimento dei costumi. Nel 1971 Krizia fece sfilare dei pantaloncini tagliati cortissimi che lasciavano scoperte le gambe. Fu una provocazione, ma anche un trionfo: i suoi hot pants vinsero a Capri il Tiberio d’oro.
La fortuna e il declino del brand
Negli anni Ottanta l'azienda di Mariuccia Mandelli era sulla cresta dell'onda: aveva lanciato un profumo, una linea maschile e una per bambini e adolescenti. I capi più iconici sono i maglioni con le stampe di animali: orsi, tigri, serpenti. Un modo, pare, per esorcizzare la paura. Aveva anche fondato un resort, il K Club, sull'isola di Barbuda, frequentato da celebrità e reali, come lady Diana. Il successo planetario di Krizia fu immortalato da Andy Warhol, che la volle ritrarre per una delle sue famose serigrafie. Nel 1986 "la Mariuccia", com'era soprannominata nell'ambiente, è stata nominata commendatore della Repubblica dall'allora presidente Cossiga. Negli anni Novanta, con l'indagine di Tangentopoli che tocca anche la stilista (poi assolta con formula piena) inizia il declino del brand. Nel 2014 il marchio Krizia fu acquistato da un gruppo cinese: la decisione di vendere j. La stilista sarebbe morta l'anno dopo, il 6 dicembre 2015, a 90 anni: Milano e tutto il mondo della moda si sono stretti nella commozione per la perdita di una pioniera dello stile italiano.