Lunghezza del pene: diminuita di un cm in 60 anni, inquinamento ambientale
Ritornano le ricerche sull’argomento. Sesso, piacere, posizioni e lunghezza sembrano essere gli argomenti che interessano agli studiosi italiani e stranieri. Quest’ultima presentata dall’Università di Padova ha però una marcia in più. È andata oltre. Ha analizzato le cause scatenanti di un elemento dimostrato nel tempo.
Le misure del pene si stanno riducendo. Valutata a riposo, è diminuita di quasi un centimetro in sessant’anno. Secondo i dati del rapporto Kinsey del 1948, la media dei 2.700 uomini analizzati era di 9,7 centimetri. Oggi? 8,9 centimetri quella di oltre 2.000 diciottenni veneti per l’ultimo studio condotto dal patologo Carlo Foresta, responsabile del Centro regionale di crioconservazione dei gameti. La causa è l’inquinamento ambientale. «Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti — spiega Foresta in occasione del convegno in corso ad Abano Terme sulla Medicina della riproduzione — possono agire in due modi: riducendo l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili».
«Ma il problema è anche un altro — continua Foresta —. Un alterato equilibrio ormonale, dovuto a una ridotta attività degli androgeni, determina non solo una riduzione delle dimensioni del pene, ma anche modificazioni morfologiche del corpo maschile. L'armonia e le proporzioni del corpo, infatti, sono determinate dagli ormoni. I giovani del terzo millennio diventano più alti perché hanno le gambe sempre più lunghe. Questo è un altro effetto dello squilibrio ormonale da inquinamento». In pratica i ragazzi delle nuove generazioni assomigliano fisicamente sempre più alle donne.
Roberta Santoro