Lufthansa per l’inclusività di genere: il linguaggio si fa neutrale, addio al saluto “signore e signori”
L'attenzione alla diversità passa anche attraverso il linguaggio, step importante per garantire a tutti un'equa rappresentazione. Per questo Lufthansa ha preso una decisione storica, in un momento tra l'altro in cui il tema dell'inclusività è quanto mai attuale. Si sta cercando di spostare l'attenzione sociale e politica sull'importanza di garantire a tutti gli stessi diritti, affinché non vi siano discriminazioni in base al genere o all'orientamento sessuale. Per questo anche la compagnia aerea ha deciso di fare la sua parte, sulla scia di quanto già attuato dalla Japan Airlines. Lufthansa e le altre compagnie gestite (Swiss, Austrian Airlines, Eurowings) adotteranno un saluto ai passeggeri che tenga maggiormente conto della neutralità di genere, contro ogni forma di sessismo.
La decisione di Lufthansa
"Signore e signori benvenuti a bordo": è la formula da sempre adottata per salutare i passeggeri di un volo, prima del decollo. Ma in un'epoca in cui i contorni dell'identità di genere si sono fatti così sfumati e la distinzione maschile-femminile non è più rappresentativa universalmente, è una formula che può dirsi attuale? Lufthansa ha ritenuto di no e ha deciso di fare la propria parte nel discorso sull'inclusività e il rispetto della diversità con un gesto dal forte valore simbolico. La compagnia aerea ha deciso di adottare al posto della formula tradizionale di benvenuto, un'espressione diversa, che possa far sentire davvero tutti partecipi. Si opterà per parole che non hanno connotazione rigorosamente sdoppiate sui binari maschile-femminile, bensì parole neutre, come per esempio "ospiti" o "passeggeri". L'equipaggio sarà dunque tenuto a non far sentire nessuno dei passeggeri a bordo escluso.
Lufthansa rispetta l'identità di genere
Presto sui voli Lufthansa non ascolteremo più le espressioni "Sehr geehrte Damen und Herren", "Gentili signore e signori", "Ladies and gentlemen". Queste parole non tengono conto di tutte le identità di genere. Mentre infatti il sesso è quello che ci viene dato alla nascita, stabilito dagli organi genitali (maschile e femminile), il genere è quello a cui crescendo si sente di appartenere. Non sempre il genere e il sesso corrispondono. Se è così si parla di individui cisgender, ma chi si identifica nel genere opposto è invece transgender. Le identità non-binarie sono appunto tutte quelle che rifiutano la netta e rigida separazione tra universo maschile e femminile. Appartengono a questa categoria, per esempio, le persone gender fluid e a-gender: le prime hanno un'identità mobile e variabile nel tempo, le secondo non si identificano né come uomo né come donna.
Quando il linguaggio può dirsi inclusivo
Si utilizza la parola "misgendering" quando si sbaglia il genere di appartenenza di qualcuno, rivolgendosi con un pronome sbagliato. Utilizzare il giusto pronome è una forma di rispetto, che alcune lingue rendono oggettivamente un po' più difficoltoso. In italiano, infatti, abbiamo i soli pronomi maschili e femminili, non ne esistono di neutri: l'unica opzione è il "loro" coi verbi declinati al plurale. Come rivolgersi dunque a chi non si riconosce pienamente né nell'uno né nell'altro genere? Alcune lingue sono facilitate perché già presentano il neutro accanto agli altri due, altre lingue si stanno adattando. Sta trovando sempre più largo uso nella lingua scritta l'asterisco finale oppure lo schwa, un carattere dell’Alfabeto Fonetico Internazionale. È un suono completamente neutro, che permette di rivolgersi in chiave del tutto inclusiva a un pubblico più eterogeneo. Nella lingua parlata le cose possono sembrare apparentemente più complicate, ma dietro un piccolo sforzo (che è proprio quello che ha deciso di attuare Lufthansa) c'è un gesto che viene percepito con grande apprezzamento, perché significa dare a tutti la possibilità di essere riconosciuti nella propria identità invece che esclusi in quanto diversi.