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Lo stupro non è mai colpa di chi lo subisce: la Svizzera protesta contro l’attenuante della “tentazione”

Centinaia di persone sono scese in strada a Basilea, in Svizzera, per protestare contro una sentenza che riduce una condanna per stupro per gli atteggiamenti che avrebbe avuto la vittima e perché la violenza sarebbe durata “solo” 11 minuti. Ma è possibile che nel 2021 esistano ancora attenuanti per aver violentato una donna?
A cura di Beatrice Manca
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In Svizzera una controversa sentenza ha scatenato un'enorme protesta: una condanna per stupro è stata ridotta in appello con la motivazione che la violenza è durata "solo" undici minuti e che la vittima non ha riportato danni gravi (fisici, quelli psicologici sono un'altra cosa). Non solo: tra le motivazioni della riduzione, secondo i media svizzeri, c'è il fatto che la vittima avrebbe inviato "certi segnali" contraddittori. Insomma, alla fine della storia, se l'è cercata. La violenza è stata riconosciuta, ma il codice penale svizzero riconosce alcune attenuanti. Il che pone un enorme problema sociale, prima ancora che giuridico: com'è possibile che nel 2021 lo stupro abbia ancora attenuanti? Nulla – dal vestito, all'alcol, all'atteggiamento – può giustificare uno stupro, mai.

Le proteste a Basilea contro la sentenza

I fatti risalgono al febbraio dello scorso anno e sono avvenuti a Basilea: due uomini, di cui uno minorenne, hanno incontrato la vittima in un locale notturno per poi abusarne nella sua abitazione. Gli uomini sono entrambi stati arrestati e processati. In corte d'appello però la sentenza è cambiata. La presidente della corte ha ridotto la pena di un anno e mezzo per l'uomo che l'ha violentata. Le motivazioni sono state rese note solo pochi giorni fa: la vittima avrebbe inviato segnali contraddittori che, citando alla lettera il codice penale, potevano "indurre in tentazione l'uomo". La violenza poi, ha argomentato la giudice, è durata solo undici minuti. Il che ha portato centinaia e centinaia di persone a riversarsi in strada, sotto il tribunale di Basilea, per protestare. "Undici minuti sono undici minuti di troppo", ha urlato la folla, composta in maggioranza da donne.

Nulla giustifica uno stupro

Se è vero, come ha detto la senatrice Marina Carobbio, che la legge va aggiornata al più presto, è anche vero che questa sentenza dimostra uno stereotipo diffuso: se una donna viene violentata qualcosa dovrà aver pur fatto. Magari era il vestito troppo corto. Magari era ubriaca. Magari poteva stare a casa, anziché andare in un pub. Magari l'ha provocato lei. Magari indossava un tanga. Magari sembrava volesse. Ma anche in quel caso, in ogni caso, si ha sempre il diritto di cambiare idea, di dire no, anche all'ultimo minuto. Il vero cambiamento che deve arrivare è culturale: nulla, ma proprio nulla, giustifica uno stupro. Undici minuti sono undici minuti più del consentito.

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