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Limonata per combattere la schiavitù minorile: l’idea della bimba diventa un business

Vivienne Harr ha 11 anni ed ha trasformato la sua idea in una start up di successo. Vende bottiglie di limonata biologica e dona il 5% delle entrate alle organizzazioni che combattono la schiavitù minorile.
A cura di Valeria Paglionico
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Vivienne Harr è una bambina di soli 11 anni che ha dimostrato che tutti abbiamo la possibilità di aiutare i più bisognosi, basta un po’ di forza di volontà. All’età di 8 anni, la bambina era infatti rimasta colpita da alcune foto di due piccoli schiavi nepalesi, costretti a trasportare dei grossi massi sulla schiena, ed ha pensato che anche loro avrebbero dovuto passare la loro infanzia a giocare, proprio come lei. Con il sostegno dei suoi genitori, ha dunque deciso di raccogliere dei fondi per aiutare i bambini più bisognosi. Come? Ha cominciato a vendere limonate a due dollari nella sua cittadina di Fairfax ed ha investito i soldi nella lotta alla schiavitù minorile.

La sua iniziativa ha suscitato così tanto successo, che Vivienne è stata invitata a New York, dove il sindaco Michael Bloomberg le ha chiesto di allestire un banchetto di limonate a Times Square. Il padre Eric, visto l’enorme interesse nei confronti dell’idea di sua figlia, ha così deciso di trasformare quell’iniziativa in un business e di dare vita ad una start up. Ha creato “Make a stand”, una compagnia “for profit”, che produce limonata biologica, venduta in bottiglie con il tappo rosa e il viso della bambina. Il 5% del ricavato viene devoluto ad organizzazioni che intendono combattere la schiavitù come “Free the Slaves” e "Unicef". Fino ad oggi, Vivienne è riuscita a donare circa 150 mila dollari. Il suo intento è dare il massimo sostegno a tutti quei bambini bisognosi, che non hanno né educazione né libertà.

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