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Leyla Hussein: alla celebre Università di St. Andrews per la prima volta è rettrice una donna nera

Leyla Hussein è un’attivista di origini somale particolarmente impegnata in nome delle donne, contro le discriminazioni di genere e le violenze fisiche e psicologiche a cui ancora vanno incontro. Ha ottenuto molti riconoscimenti per il suo lavoro e di recente è entrata nella storia con un primato importante.
A cura di Giusy Dente
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Il nome di Leyla Hussein era già molto noto negli ambienti accademici, in quanto psicoterapeuta e docente internazionale specializzata sul tema delle mutilazioni genitali femminili. Questa questione l'aveva portata persino all'attenzione delle Nazioni Unite e del Parlamento inglese, per fare qualcosa di concreto non solo per le ragazze africane, ma anche quelle europee. Lei stessa, cresciuta in una famiglia musulmana, è stata mutilata quando aveva appena 7 anni in nome dell'Islam, benché non ci sia alcuna menzione esplicita nel Corano a questa pratica molto diffusa. Per le generazioni future si batte in nome dell'autodeterminazione sessuale e dell'integrità fisica, affinché le donne (soprattutto quelle dei Paesi musulmani più estremisti) vivano serenamente il rapporto col loro corpo e la loro sessualità. L'attivista è molto attenta alle discriminazioni di genere e ai diritti umani in ogni loro forma. Il suo impegno le è valso diversi premi, che hanno voluto celebrare il lavoro fatto per migliorare la qualità della vita delle donne e sensibilizzare sulle violenze e le disuguaglianze di cui sono ancora vittime. Dopo i riconoscimenti internazionali arriva per lei un nuovo incarico lavorativo che la fa entrare di diritto nella storia: la prima donna nera a ricoprire la carica di rettrice presso l'Università di St. Andrews, in Scozia.

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Il primato di Leyla Hussein

Leyla Hussein è la prima donna nera (è inglese, ma ha origini somale) a ricoprire il ruolo di rettrice presso la St. Andrews University, uno dei più antichi e prestigiosi atenei universitari di tutta Europa. La notizia è stata diffusa con orgoglio dai dirigenti dell'ateneo, che affidando a lei questo incarico intendono far sì che ci sia maggiore lotta alla discriminazione presso l'istituto. Il problema dell'uguaglianza e dell'integrazione è molto sentito. Nel mese di giugno la responsabile dell’ateneo, Sally Mapstone, aveva dichiarato in un'intervista che c'era molta delusione negli studenti per il modo in cui erano stati affrontati (e non risolti) quei problemi. La Mapstone si era anzi scusata per quei decenni di ingiustizie razziali, giudicandoli una fonte di impoverimento per tutti. La nomina di Leyla Hussein è invece un segnale positivo di cambiamento, che proietta verso un futuro migliore dove magari non creerà più tutto questo scalpore la nomina a rettrice di una donna nera, perché sarà una cosa del tutto normale, alla pari dell'elezione a rettore di un uomo bianco. Lei stessa sui suoi social si è detta entusiasta e ha affermato: «È stata fatta la storia. Il cambiamento sta arrivando».

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