“Quando una donna vede davanti a sé un uomo potente e ricco ha intesa di blandirlo” e “non facciamo il bigottismo perché questa è la verità” dice l'onorevole Michaela Biancofiore durante il programma di Piazza Pulita condotto da Corrado Formigli sulla Sette andato in onda ieri sera.
La traduzione dall'oscuro italiano, sarebbe che le donne tentano di sedurre ogni uomo ricco e potente gli capiti tra le grinfie. Un po' come prevede la peggiore narrazione televisiva. Il sottotesto sarebbe anche che l'uomo è scemo, e ci casca. Chi protesta contro questa evidenza, come infatti avveniva in studio mentre straparlava, sarebbe bigotto. Anzi “fa bigottismo”. Probabile volesse dire che è “ipocrita”. Poi ha precisato: “non tutte le donne certo”, altrimenti “farebbe parte anche lei della categoria”. Invece è ovvio che lei no.
Nel panorama del ventennio berlusconiano ci sono dei rappresentati della politica che riescono meglio di altri a sintetizzare un'era. Più dicono idiozie e più vengono assimilati dai media, appunto con la speranza che le sparino grosse. Con questo metodo marketing si sono così creati mostri. Da Giovanardi a Gasparri a Santanché. Non ultima quindi Biancofiore, nota per la devozione totale al capo, fortunatamente destituita per omofobia conclamata dal rischio di diventare sottosegretario alle Pari Opportunità. Che poi sarebbe anche l'unico dicastero dell'attuale governo dal quale ci si dimette. E' collezionista di affermazioni tra le più bigotte (o bigottiste direbbe lei). Indimenticabile quelle sui gay (da “chi va a trans ha dei problemi seri” a "purtroppo qualcuno nasce con una natura diversa, tra l’altro una natura che non ti fa avere una vita facile"). Si difese poi dalle critiche dicendo che erano frasi estrapolate. Invece le aveva proprio dette. Come al solito. Contestualizzate o estrapolate erano non solo bigotte ma particolarmente omofobe.
Biancofiore, summa della peggiore vanvera televisiva, non si cura minimamente, dalla sua poltroncina nello studio di Formigli, dell'effetto che possono fare quelle parole su un'audience frastornata dalle orge di Arcore, dai pettegolezzi su ministre visibilmente incompetenti delle quali ancora ci si chiede quali siano state le modalità di accesso, da scambi mercantili di corpi sesso e poltrone difesi dal centro destra come forme di libertà “contro quei moralisti di sinistra” o contro “le vetero femministe”. Si dimentica delle Nicole Minetti alla quale la cittadinanza ha girato per anni uno stipendio di quindicimila euro al mese mentre la consigliera procacciava signorine in pasto al primo ministro, si dimentica di quelle diventate deputate europee dopo tre giorni di studio con Renato Brunetta. Tuttavia, la parte migliore del concetto espresso è che l'aspirante sottosegretaria del Pdl abbia relegato alle sole donne la propensione a “buttarsi a pesce sul milionario uomo di potere”. Come se tutti ma proprio tutti, uomini, donne, gay e lei compresa, o forse lei per prima, non sostenessero Berlusconi per questioni di potere diretto o riflesso, per soldi ricevuti, scambi, ricatti e compravendite. Appunto un esercito intero di “buttati a pesce sul vecchio ricco e potente”.
Per questo, l'esternazione di Michaela Biancofiore, oltre a dirla lunga sulla qualità intellettuale e politica del personaggio, restituisce la fotografia perfetta del ventennio berlsuconiano e della sua classe politica: aver modificato antropologicamente e sistematicamente un tessuto sociale, averlo fatto arretrare agli anni'50, per poi lamentarsi in televisione dei “tempi che corrono”, chiamando alle loro responsabilità solo i singoli individui. Di preferenza categorie sociali più deboli, che loro in quanto rappresentati delle istituzioni dovrebbero difendere e dovrebbero adoperarsi a far progredire: donne, lavoratori precari, malati. Perfino alluvionati. Indimenticabile, di recente, la deputata europea Pdl, Laura Comi, che è riuscita a dare la colpa alla famiglia morta in Sardegna per il fatto di vivere in uno scantinato.
Nel marzo 2008 una giovane precaria chiedeva a Berlusconi ospite al Tg2 : “Come può affrontare il pagamento di un mutuo, o semplicemente mettere su famiglia una giovane coppia di fronte al precariato sul lavoro?”. Rispondeva lo statista Berlusconi: “intanto, il consiglio che le do, da padre, è che dovrebbe cercarsi il figlio di Berlusconi o di qualcun altro che non avesse di questi problemi! E questo lei col sorriso che ha potrebbe anche permetterselo”. Forse, più di tutti, feriva l'inciso “da padre di famiglia”. E Biancofiore a Piazza Pulita alludeva proprio alle donne e agli uomini cresciuti senza ribellarsi a quel padre.