Le ginnaste tedesche dicono addio ai body e indossano la tuta integrale: “Basta sessualizzare i corpi”
Si stanno svolgendo le Olimpiadi di Tokio 2020, ieri sono andate in scena le qualificazioni delle squadre femminili di ginnastica e ad aver attirato le attenzioni dei media è stata la nazionale tedesca. Le atlete hanno messo in atto una vera e propria rivoluzione in difesa dei diritti femminili: hanno stravolto il classico dress code delle gare e si sono presentate in campo con la tuta integrale piuttosto che con il body. Il loro obiettivo? Promuovere la libertà e smetterla di sessualizzare il corpo femminile in occasione delle competizioni sportive. Così facendo, sperano di spingere le colleghe a indossare sempre ciò che le fa sentire a loro agio, anche durante un evento ufficiale come i Giochi Olimpici.
La ribellione delle atlete tedesche
La squadra tedesca di ginnastica femminile è stata l'ultima a presentarsi alle gare di qualificazione per Tokyo 2020 ma l'attesa ha dato i suoi frutti. Il team composto da Sarah Voss, Elisabeth Seitz, Kim Bui e Pauline Schaefer ha detto addio ai classici body sgambati che lasciano le gambe nude, hanno sfoggiato delle tute bianche e rosse lunghe fino alle caviglie ma sempre stretch, così da garantire una certa flessibilità nei movimenti. In questo modo hanno evitato di lasciare spazio ad attenzioni sessuali o a inutili preoccupazioni legate a potenziali incidenti hot. La decisione è stata approvata e supportata anche dagli allenatori e dalla Federazione tedesca di ginnastica, che in una nota ufficiale ha dichiarato: "L'obiettivo è presentarsi esteticamente senza sentirsi a disagio".
Le ginnaste hanno il diritto di sentirsi a loro agio in gara
La decisione della nazionale tedesca di ginnastica femminile punta a far sentire le atlete sicure, serene e libere di poter indossare quello che più desiderano. La rivoluzione non è stata organizzata a caso, è arrivata dopo che l'ex medico della nazionale americana di ginnastica, Larry Nassar, è stato condannato a 176 anni di carcere per abusi sessuali su centinaia di atlete. Il dress code imposto alle sportive sarebbe eccessivamente "sessualizzato" ed è per questo che sono sempre di più le atlete che pretendono di poter indossare i pantaloni lunghi durante le competizioni proprio come i colleghi uomini. Non è la prima volta chesuccede una cosa simile, nelle scorse settimane anche la squadra norvegese di beach handball aveva detto addio ai bikini che il regolamento del campionato europeo impone di indossare in campo. L'unico piccolo "inconveniente" è che, dopo essersi presentate in gara in pantaloncino, sono state duramente multate, a prova del fatto che la strada da percorre in fatto di diritti femminili è ancora molto lunga e tortuosa.