La regina Elisabetta torna a parlare al popolo e usa le parole pronunciate dal padre 75 anni fa
È tornata a parlare, un mese dopo il suo discorso sull'emergenza Coronavirus, che siamo certi entrerà nei libri di storia. Sua Maestà la regina Elisabetta si è rivolta nuovamente al suo popolo, parlando dal castello di Windsor, dove sta trascorrendo la sua quarantena insieme al marito Filippo. L'occasione è stata la ricorrenza del VE Day, il girono della vittoria, che sancì la fine della Seconda Guerra Mondiale. «Vi parlo oggi alla stessa ora e nello stesso giorno in cui lo fece mio padre esattamente 75 anni fa. Il suo messaggio era un saluto agli uomini e alle donne che in patria e all'estero avevano sacrificato così tanto alla ricerca di quella che giustamente definì "una grande liberazione". La guerra fu totale: colpì chiunque e nessuno fu immune dal suo impatto. Le famiglie furono separate, fu chiesto alle persone di seguire nuove regole e misure per supportare la guerra. Tutti avevano un ruolo da seguire».
Il look del discorso
Casuale non è stata neppure la scelta del look. Sua Maestà ha indossato per l'occasione lo stesso abito azzurro, sfoggiato in un altro importante discorso, quello tenuto nel 2012 in occasione del giubileo, con le due spille, appuntate anche quel giorno, che le furono regalate dai genitori per i suoi 18 anni. Tempestate da acquamarine e diamanti, rappresentnto un ulteriore omaggio all'amato padre. Immancabile anche la collana di perle a tre file che ha portato al collo anche quando, in via del tutto eccezionale, si è rivolta al suo popolo, piegato dal Covid-19.
Il ricordo oggi in tempi di Coronavirus
All'epoca diciannovenne, Sua Maestà ha ricordato le immagini di festa di quel giorno, ancora vivide nella memoria, a cui prese parte dal balcone di Buckingham Palace, con accanto la sorella Margaret e Winston Churchill. Re Giorgio VI allora, oggi lei. Le circostanze sono cambiate, la guerra è finita. Eppure tutto il mondo è chiamato lo stesso a combattere contro un nemico diverso, insidioso e invisibile. «Mai arrendersi, mai disperarsi», era l'invito a cui fu chiamato all'epoca il popolo e che tutt'ora resta più che valido. «Oggi può essere difficile non poter celebrare questo anniversario come avremmo voluto. Li ricorderemo, invece, dalle nostre case, Ma le strade non sono vuote, sono piene dell’amore e della cura che abbiamo l’un per l’altro. E quando guardo al nostro Paese oggi, e vedo ciò che siamo disposti a fare per proteggere e supportarci tutti, dico con orgoglio che siamo ancora la nazione che quei coraggiosi soldati, marinai e aviatori riconoscerebbero e ammirerebbero».