La battaglia di Aissatou contro i matrimoni combinati: sogna un mondo senza spose bambine
Il matrimonio combinato è una tristissima realtà di molti Paesi del mondo, dove usanza vuole che i genitori acconsentano a dare in spose le loro figlie quando sono nient'altro che delle bambine. Si tratta di una tradizione che molto ha a che vedere con le condizioni economiche delle famiglie, perché si verifica soprattutto in quelle più povere. Le dirette interessate non hanno voce in capitolo, sono costrette a lasciare le loro case, molto spesso la scuola per andare incontro al loro destino di mogli e madri, un destino che qualcuno ha scelto per loro e che viene accettato con grande sofferenza. Aissatou, che è lei stessa una bambina, si batte da tempo affinché venga abolita ovunque la pratica dei matrimoni combinati. Nel suo Paese, la Guinea, sono vietati per legge, ma costituiscono comunque una diffusa realtà, che riguarda la maggior parte della ragazze al di sotto dei 18 anni.
Aissatou grida il suo "no" ai matrimoni combinati
Nella capitale della Guinea, Conakry, Aissatou porta avanti campagne di sensibilizzazione in tutti i principali luoghi di aggregazione, per parlare di violenza contro le donne e matrimoni combinati. Lei sa a quale destino vanno incontro le sue coetanee e per questo si reca nelle scuole, nelle piazze, nei mercati dialogando con istituzioni e associazioni: vuole che nessuna bambina sia costretta a sposarsi. Si rivolge soprattutto alle famiglie, alle zie e alle mamme di queste giovanissime spose, che nelle case degli uomini a cui si uniscono in matrimonio conoscono solo orrori, violenze, soprusi. Il suo intervento non si ferma alle parole: Aissatou si prende carico anche delle iniziative di annullamento di un accordo matrimoniale, accompagnando le bambine in questo difficile percorso, che purtroppo è raro che vada a buon fine. Aissatou segue le orme di Hadja Idrissa Bah, 21enne attivista per i diritti dei bambini e delle donne della Guinea.
Il futuro siamo noi
"Perché non siamo trattate come i ragazzi?" dice Aissatou nel trailer di Il futuro siamo noi, film di Gilles de Maistre che la vede protagonista assieme ad altri bambini che con le loro idee provano ogni giorno a cambiare il mondo. C'è Khloe per esempio, che con la sua associazione prepara prodotti per l'igiene e generi di prima necessità per i senzatetto. E poi c'è Heena, giovane reporter di una rivista scritta e indirizzata ai bambini che vivono per strada, per non lasciarli soli nel degrado e nell'emarginazione. Il futuro siamo noi apre una finestra su realtà difficili, che nella loro diversità hanno in comune l'impegno dei più giovani, in prima fila per cercare di cambiare le cose e garantire a loro stessi e alla loro generazione un futuro migliore di quello a loro consegnato dagli adulti.