Kim Kardashian: Ho odiato la mia gravidanza, colpa dei 30 chili presi e del bullismo subito
Si chiama mum shaming: è quell'accanimento che viene riversato sulle neo mamme, il cui corpo diventa oggetto di critiche brutali e offese gratuite. Da quelle che si rimettono in forma troppo presto perché sono andate in palestra invece di accudire i figli a quelle sciatte che ingrassano e si lasciano andare senza prendersi più cura di sé: ce n'è una per ogni occasione. Questo conferma quanto il corpo della donna sia perennemente sotto il faro, giudicato soprattutto sui social, dove fenomeni come questo corrono molto veloci, perché è lì che i leoni da tastiera si sentono forti e legittimati nel dire tuto ciò che vogliono. Anche Kim Kardashian è stata vittima di mum shaming e questo ha messo a dura prova la sua autostima.
Kim Kardashian nel mirino degli haters
Kim Kardashian è mamma di quattro bambini, figli dell'ormai ex marito Kanye West: North (8 anni), Saint (5 anni), Chicago (3 anni) e Salmo (2 anni). La prima gravidanza è stata quella che l'ha messa maggiormente a dura prova, che ha minato profondamente la sua autostima. L'ha affrontata con notevole preoccupazione, perché ha dovuto fronteggiare dei problemi di salute che hanno anche minacciato la vita del bambino. Ma anche dal punto di vista mentale, il suo equilibrio era precario, a causa dei continui commenti che riceveva sul suo corpo. Non era così che aveva immaginato quei nove mesi: aveva visto già sua sorella maggiore Kourtney incinta, le aveva visto affrontare il tutto con serenità. Per lei, invece, è stato tutt'altro che facile fisicamente e psicologicamente.
Quando ha dato il benvenuto alla sua primogenita, infatti, c'è stato un notevole accanimento nei suoi confronti, dovuto al suo corpo e ai chili presi nella gestazione. "Odiavo come mi sentivo. Odiavo il mio aspetto. Non ero più io" ha ammesso Kim, intervenuta durante il podcast dell'attrice Kristen Bell, We Are Supported By. "Mi sedevo a casa e piangevo tutto il tempo", ha ricordato tristemente tornando a quei giorni, quando l'attenzione di tutti era concentrata sulle sue caviglie, sul suo viso, sulla sua pancia. L'imprenditrice ha sofferto di preeclampsia durante la gravidanza di North (e poi di nuovo con il figlio Saint): questo le ha causato problemi evidenti di gonfiore e altri disturbi. Essendo una condizione potenzialmente fatale per il bambino, che può portare a complicazioni, North è stata partorita con sei settimane di anticipo.
Dopo il parto l'influencer ha disperatamente cercato di sbarazzarsi in fretta dei chili presi, che avevano generato una certa ironia sui social. In occasione del Met Gala nel 2013, il suo abito floreale di Givenchy era finito al centro delle critiche proprio per il modo in cui la fasciava e per il modo in cui faceva risaltare la sua figura e anche la pancia. Era solita allenarsi di nascosto in garage, pur di rimettersi in forma il prima possibile, nonostante dovesse stare a riposo. La sicurezza in se stessa era ai minimi e persino recarsi in palestra era fonte di imbarazzo: "Non volevo che le persone mi guardassero mentre cercavo di dimagrire. Avevo preso 30 chili" ha detto.
Il corpo delle donne costantemente sotto esame
Mettere sotto la lente d'ingrandimento ogni centimetro di pelle, ogni difetto, ogni cambiamento ha un solo scopo: generare vergogna, senso di colpa e disagio in chi subisce il body shaming. Il mum shaming che si riversa sulle mamme e neo mamme arriva in un momento delicatissimo, in cui il corpo si trasforma e si adatta ad accogliere e a far fronte alle esigenze di una nuova vita. Vedersi allo specchio così diverse può essere difficile da gestire, il rapporto con lo specchio cambia, si ha paura di non riuscire ad accettare quelle nuove sembianze, di perdere confidenza con se stesse o col partner, di non stare più bene. Ma nessuna donna merita di avere il dito puntato contro per il solo fatto di portare avanti una gravidanza.