Katelyn Ohashi, la ginnasta che veniva definita “un maiale”, ora combatte contro il body shaming
Ricordate Katelyn Ohashi, la ginnasta diventata virale qualche mese fa con la sua incredibile performance ai campionati Collegiate Challenge di Anaheim in California? Oggi si torna a parlare di lei ma non per il suo talento, quanto piuttosto perché è diventata paladina della lotta contro il body shaming. L'atleta, dopo essere stata chiamata "maiale" ed "elefante", ha voluto reagire alle critiche, diventando una sostenitrice della body positivity.
La battagli di Katelyn contro la bulimia
Katelyn Ohashi è la ginnasta del 1997 che nei mesi scorsi ha fatto il giro del web con la sua storia. Dopo aver trionfato ai campionati Collegiate Challenge di Anaheim in California, ha rivelato che per lei non è stato semplice raggiungere il successo. Fin da quando ha cominciato a praticare ginnastica artistica, ha ricevuto continuamente critiche per il suo fisico sia dai media che dagli addetti ai lavori, primo tra tutti il suo ex allenatore che l'aveva definita "un uccello che date le dimensioni non poteva volare". La cosa ha minato così fortemente la sua autostima che ha finito per farla ammalare di bulimia. Era ossessionata dal peso e per lei vomitare subito dopo i pasti era l'unico rimedio efficace per mangiare senza ingrassare. "Cominci a pensare che sia tutto normale perché è quello che hai sempre saputo e cresci circondato da persone che fanno e hanno fatto lo stesso", ha spiegato la ragazza, facendo riferimento a quanto il mondo della ginnastica possa essere brutale. Oggi, però, ha deciso di non farsi più sopraffare dalle polemiche e di combattere il body shaming mettendo in mostra con orgoglio il suo corpo che è stato tanto criticato.
Katelyn Ohashi, la paladina della body positivity
La vita di Katelyn è cambiata quando ha lasciato l'agonismo e ha iniziato a frequentare l'Università della California, dove ha continuato a praticare ginnastica artistica ma con uno staff tecnico che l'ha sostenuta giorno dopo giorno. Se fino ad allora, strizzata nei body minimal che indossano le atlete, veniva spesso chiamata "maiale" o "elefante", con il passare del tempo ha imparato che il benessere mentale viene prima della forma fisica e che un corpo perfetto non è necessariamente sinonimo di talento o di successo. A dimostrarlo sono state le acrobazie a corpo libero che ha eseguito ai campionati Collegiate Challenge di Anaheim, in California, che le hanno permesso di diventare virale. Oggi vuole sfruttare la popolarità per sostenere la body positivity e l'emancipazione femminile, così da ricordare a tutti che ognuno di noi ha il diritto di inseguire i propri sogni e di stare in prima fila, anche se si ha un corpo "imperfetto".